Inno all'Istria: differenze tra le versioni
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Se per alcune fonti il [[1869]] potrebbe essere la data di composizione di questo Inno all’Istria, lo storico Antonio Pauletich (1) la colloca invece presuntivamente tra il 1874 ed il 1882 periodo in cui a Parenzo -dove viveva
Giulio
Mons. Giovan Battista Cleva, autore del testo, nacque a Prato Carnico nel [[1829]], dopo aver studiato nel seminario di [[Udine]], fu preposto in varie località della diocesi di Pola. Oltre che canonico e scrittore occasionale, fu studioso di [[archeologia]]. Vari suoi studi sono raccolti dalla Società Istriana di Archeologia e Storia Patria. Mons. Cleva morì a Pola nel [[1901]].
La composizione (edita da G. [[Ricordi (editore musicale)|Ricordi]]) -che divenne dopo la [[seconda guerra mondiale]] e l’[[esodo istriano]] l’inno degli esuli dall’[[Istria]]- fu anche una delle massime espressioni canore dell'[[irredentismo]] d'Istria sotto la dominazione austriaca. Infatti vari documenti ed articoli della stampa dell'epoca attestano che esso veniva ad esempio eseguito con gran partecipazione popolare durante feste, balli e celebrazioni delle associazioni patriottiche "Pro Patria" e "Lega Nazionale" oltre che in alcune cerimonie ufficiali come ad esempio la mostra d'arte di Pisino del 1907 (2).
Dopo un concerto, tenutosi nell’aprile del 1881 al teatro sociale di Pisino, il giornale "L'Indipendente" descrisse così l’avvenimento: ''"Chiuse il trattenimento il bellissimo Inno all'Istria musicato dal
. Tra diverse armonizzazioni va ricordata quella del maestro compositore di [[Dignano d'Istria]] Luigi Donorà
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