Cecilio Stazio: differenze tra le versioni

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Cecilio fu un autore molto apprezzato e amato e ciò si riflette nel grande numero di sue citazioni da parte di svariati autori, che consistono in informazioni biografiche (nel [[Chronicon]] di [[San Girolamo|Girolamo]], risalenti al [[De Poetis]] di [[Varrone]]), nonchè in giudizi e commenti sulla sua figura e la sua opera, sul loro valore intrinseco e sui rapporti dell'autore con i suoi modelli greci e con i drammaturghi contemporanei ([[Cicerone]], [[De optimo genere oratorum]], 1,2; [[Orazio]], [[Epistole|Epistulae]], 2,1,59; [[Velleio Patercolo]], 1,17,1; [[Quintiliano]], 10,1,99; [[Gellio]], 2,23 e 15,24).
Intorno al 100 a.C. [[Volcacio Sedigito]], un' erudito e poeta pre-neoterico, in un suo carme strutturato come una sorta di "top ten", un canone dei migliori poeti comici latini, mette Cecilio al primo posto, davanti a [[Plauto]]. Dello stesso tenore più o meno tutte le valutazioni successive, che lo pongono sempre in primo piano; Orazio lo elogia per la serietà dei sentimenti, Varrone approva i suoi intrecci. Solo sulla purezza del suo latino si riscontra in Cicerone qualche riserva. Ciò che emerge da tutto questo è in sostanza il fatto che il naufragio pressoché totale della sua opera non dipende da discredito o evidente inferiorità rispetto ad altri autori, ma solo da un doloroso caso.
 
== Caratteri stilistici e dei contenuti ==
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== Dal Plocium ==
 
"ilIl "lamento" del marito"
* Is demum miser est, qui aerumnam suam nequit occulta re ferre:
* ita me<d> uxor forma et factis