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==Gioventù e formazione==
Figlio di Stefano Federici e Maria Cipollini, apparteneva ad una famiglia di antica tradizione aristocratica avendo un suo antenato ottenuto il titolo comitale da [[Alfonso il Magnanimo]]<ref>Alfonso di Trastamara, detto Alfonso il magnanimo, detenne la corona del [[Regno di Napoli]] dal [[1441]] al [[1458]].</ref> [[Re di Napoli]] nel [[1444]]. Sin da molto giovane si dimostrò portato per gli studi che compì inizialmente a [[La Spezia]] dove imparò le lingue classiche. Il padre avrebbe voluto che si recasse all'[[Università di Genova]], gestita dai [[Gesuiti]], ma il giovane Marco preferì [[Pisa]], dove [[Pietro Leopoldo di Lorena]]<ref>Leopoldo II d'Asburgo-Lorena fu [[Granduca di Toscana]] dal [[1765]] al [[1790]].</ref> lasciava una maggiore libertà all'insegnamento nel tentativo di ridare importanza allo [[Università di Pisa|Storico Studio]]. Le opere degli [[Enciclopedisti]], di [[D'Alembert]], [[Diderot]], [[Voltaire]] e [[Rousseau]], che nella città toscana circolavano anche clandestinamente, lasciarono un solco profondo nell'animo del giovane. Laureatosi in Giurisprudenza fece ritorno alla Spezia dove condusse vita da ''rentier'' per alcuni anni, dedicandosi alla lettura nella già fornita biblioteca paterna e arricchendola di diverse opere che faceva appositamente arrivare dalla Francia<ref>Lettera di Marco Federici a Giacomo Luigi Da Pozzo del 29 novembre 1791: ''"[...] a chi sa esser Filosofo puole essere un vantaggio, vi riflette e troverà che dice il vero, quante ombre si vedono di meno; io attualmente mi passo con le Lettere Persiane, il Trattato dei Tre Impostori e l'Histoire du Papisme [...]"'', cit. in Ducci Luigi, ''op.cit.'' p.32.</ref>.
 
Nel [[1779]] sposava Maria Fidelina Battini Ponzò di [[Fivizzano]] figlia di un'abbiente famiglia della [[Lunigiana]].