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Era una posizione ovviamente scandalosa che lo aveva fatto entrare nelle mire del conservatore Giacomo Giustiniani, Governatore della Spezia, e del [[Clero]], nonché dei temutissimi Inquisitori di Stato<ref>Una polizia di Palazzo, divenuto uno strumento attraverso cui ''"si sfogavano gli odi particolari, si colpivano gli avversari politici, si tenevano in pugno la libertà, le sostanze, le vite dei cittadini.[...] teneva sotto controllo non solo i nemici del regime, ma gli stessi patrizi invisi alla ristretta cerchia dei potenti"'', Ronco A., ''op.cit.'', pag.36.</ref>. A tutto ciò si assommava la tradizionale richiesta di essere elevata al rango di [[Porto Franco (economia)|porto franco]] da parte della città della [[Spezia]], di cui si fece sempre promotore<ref>Il 9 giugno 1797 a casa sua si era tenuta ''"un'adunanza di più persone compresi i primari di questa città, ove si era stabilito di mandar lettera al generale Bonaparte instando che [...] si avesse riguardo a questo golfo e adiacenze, con farle godere i diritti di cittadinanza, franchiggie e libero commercio"'', Arch. di Stato di Genova, Rep. Ligure, 494</ref>. Questo atteggiamento fupoteva spessoportare interpretatoa comevedere in lui un'istanza separatistafautore di istanze separatiste dallo [[Repubblica di Genova|Stato Genovese]], ma al contrario Marco Federici, fuquando sempresi unespresse ferventea patriottafavore dell'indipendenza del [[Golfo della Spezia]]<ref>Letterea di Marco Federici a Guillaume Faypoult (o Faipoult), ambasciatore francese a Genova, del 16 giugno 1798: ''"[...] nell'oscurità in cui sono di quale sarà l'imminente organizzazione di tutta Italia, che vedevadesidererebbero semmaiin una sola, unica, ed indivisibile Repubblica, nel caso sia divisa in varie, conoscendo che non possono formarne una separata, sono totalmente indifferenti, sul punto di buonrestare più occhioad un Corpo, che ad un altro, solo desiderano d'unioneessere uniti, e postati in una posizione tale da poter essere protetto e non oppresso quel nostro commercio[...]"'', in Ducci L., ''op.cit'', pagg.108-109</ref> , lo fece sempre nell'ottica di tuttespezzare le Repubblichecatene che il dominio genovese poneva allo rigeneratesviluppo dallacommerciale discesadella napoleonicacittà.
 
==I giacobini della Spezia==