Patto di astensione: differenze tra le versioni
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Il comunicato stampa, poi passato alla storia come "patto d'astensione", venne fatto pervenire alle redazioni dei giornali all'indomani del [[Gran Premio delle Nazioni]] di [[Monza]], gara conclusiva del [[Motomondiale 1957]], nel quale tutte le classi erano state conquistate da case italiane: la [[classe 125]] dalla Mondial, la [[classe 250]] dalla MV Agusta, la [[classe 350]] dalla Moto Guzzi e la [[classe 500]] dalla Gilera.
== Le conseguenze ==
La decisione di astenersi dalle gare provocò un vero e proprio terremoto in ambito sportivo, destinato ad avere tragiche ripercussioni anche sul versante produttivo per l'intera Europa.
Le case italiane intendevano contenere i costi superflui per affrontare un periodo di progressiva crisi che, secondo la loro visione del prodotto, avrebbe portato inesorabilmente ad una forte e definitiva diminuzione della domanda.
Ciò che i dirigenti delle case italiane non avevano compreso è che la motocicletta, nel volgere di pochi anni, avrebbe sì perso la sua primaria funzione quale mezzo di trasporto, ma sarebbe divenuta un lussuoso e diffuso oggetto di svago, ben presto recuperando e, anzi, superando i volumi d'affari precedenti alla crisi. Con il prevalere dell'aspetto ludico del prodotto, comprensibilmente, il prestigio derivante dalle vittorie sportive avrebbe assunto un'importanza decisiva.
L'improvvisa assenza delle case tecnologicamente più avanzate fece in modo che le neonate aziende Giapponesi entrassero prepotentemente nel mondo dello sport motociclistico mondiale, senza trovare competitori in grado di contendere loro il primato, potendo così conquistare il prestigio sportivo e raccogliere l'esperienza tecnica necessari a presentarsi sui mercati europeo e statunitense, poi conquistati con incredibili rapidità e facilità.
== Bibliografia ==
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