Lodi: differenze tra le versioni
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[[Immagine:Lodi duomo.JPG|220px|thumb|right|Facciata del Duomo]]
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Si tratta del monumento più antico ed importante di Lodi; in stile [[Arte romanica|romanico]], è una delle chiese più vaste dell'intera [[Lombardia]]<ref name="guida35">{{cita|Vittorio Bottini, Alessandro Caretta e Luigi Samarati|pag. 35.|guida}}</ref>. La sua costruzione venne simbolicamente intrapresa il [[3 agosto]] [[1158]]<ref>{{cita|Beatrice Ambreck ''et al.''|pag. 142.|atlante}}</ref>, giorno stesso della fondazione della città, ed ebbe termine nel [[1284]]<ref>{{cita|Beatrice Ambreck ''et al.''|pag. 142.|atlante}}</ref>; successivamente i restauri [[XVIII secolo|settecenteschi]] alterarono l'aspetto originario dell'edificio, che venne tuttavia riportato alla luce negli anni [[1958]]-[[1965]]<ref name="guida35"/>. La [[facciata]] asimmetrica in cotto è tipicamente [[Arte romanica|romanica]]<ref name="atlante143">{{cita|Beatrice Ambreck ''et al.''|pag. 143.|atlante}}</ref>, pur essendo caratterizzata da un alto [[protiro]] [[gotico]] e da un grande [[rosone]] [[Rinascimento|rinascimentale]]<ref name="guida36">{{cita|Vittorio Bottini, Alessandro Caretta e Luigi Samarati|pag. 36.|guida}}</ref>; il [[campanile]], realizzato tra il [[1538]] ed il [[1554]] su progetto del lodigiano [[Callisto Piazza]], rimase incompiuto per motivi di sicurezza militare<ref>{{cita|[[Agenore Bassi]], ''Storia di Lodi''|pag. 60.|agebassi}}</ref>. L'interno, a tre [[navata|navate]] coperte da [[volta a crociera|volte a crociera]], custodisce notevoli opere d'arte, tra cui un [[polittico]] di [[Callisto Piazza]] ed un [[mosaico]] di [[Aligi Sassu]]<ref name="atlante143"/>. La parte più antica dell'edificio è la [[cripta]], in cui sono conservate le spoglie del [[patrono]] [[
[[Immagine:Incoronata-interior-dome.jpg|220px|thumb|right|Interno del Tempio Civico dell'Incoronata]]
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Conosciuto anche con il nome di ''Santuario dell'Incoronata'' e collocato in una caratteristica via molto stretta nei pressi di [[piazza della Vittoria (Lodi)|piazza della Vittoria]], è considerato un capolavoro del [[Rinascimento]] [[Lombardia|lombardo]] e rappresenta il monumento più prestigioso della città sotto il profilo artistico<ref name="guida68">{{cita|Vittorio Bottini, Alessandro Caretta e Luigi Samarati|pag. 68.|guida}}</ref><ref>{{cita|Beatrice Ambreck ''et al.''|pag. 148.|atlante}}</ref><ref name="lodigiorno3">{{cita|Sergio Galuzzi (a cura di)|sezione 3 - ''L'Incoronata''.|lodigiorno}}</ref>. Progettato nel [[1488]] da [[Giovanni Battaggio|Giovanni Battagio]], fu costruito a spese del [[Comune italiano|Comune]] come espressione della religiosità popolare sul luogo di un [[casa di tolleranza|postribolo]]<ref name="lodigiorno3"/>. Il tempio si presenta come una piccola costruzione a pianta ottagonale, coperta da una [[cupola]] ad otto spicchi sormontata da una lanterna; il [[campanile]] a punta e la [[facciata]] furono completati in epoche successive<ref>{{cita|Vittorio Bottini, Alessandro Caretta e Luigi Samarati|pag. 68-69.|guida}}</ref>. L'interno è impreziosito da sontuose decorazioni in [[oro]] ed ospita numerosi [[affresco|affreschi]], tavole e tele realizzati tra la fine del [[XV secolo|Quattrocento]] e gli inizi dell'[[XIX secolo|Ottocento]] dal [[Bergognone]]<ref>{{cita|Vittorio Bottini, Alessandro Caretta e Luigi Samarati|pagg. 72.|guida}}</ref>, dalla [[Callisto Piazza|bottega dei Piazza]]<ref>{{cita|Vittorio Bottini, Alessandro Caretta e Luigi Samarati|pagg. 70-72.|guida}}</ref> e da [[Stefano Maria Legnani]]<ref name="lodigiorno3"/>; gli spicchi della cupola furono affrescati nel [[XIX secolo]] da [[Enrico Scuri]]<ref>{{cita|Vittorio Bottini, Alessandro Caretta e Luigi Samarati|pag. 70.|guida}}</ref>.
[[Immagine:San Francesco facciata.jpg|220px|thumb|right|Facciata della chiesa di San Francesco]]
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Fu costruita tra il [[1280]] e il [[1307]]<ref>{{cita|Beatrice Ambreck ''et al.''|pag. 146.|atlante}}</ref>. La [[facciata]] in cotto, rimasta incompiuta poco sopra il [[rosone]] [[marmo]]reo, è caratterizzata da un alto [[protiro]] e da due [[bifora|bifore]] "a cielo aperto" che rappresentano il primo esempio di una soluzione architettonica che si diffuse in tutta l'[[Italia settentrionale|Italia del nord]]<ref>{{cita|Beatrice Ambreck ''et al.''|pag. 134.|atlante}}</ref>. L'interno, a tre [[navata|navate]] e a [[croce latina]]<ref>{{cita|Vittorio Bottini, Alessandro Caretta e Luigi Samarati|pag. 57.|guida}}</ref>, è decorato da numerosi [[affresco|affreschi]] risalenti ai secoli compresi tra il [[XIV secolo|Trecento]] ed il [[XVIII secolo|Settecento]]<ref name="atlante147">{{cita|Beatrice Ambreck ''et al.''|pag. 147.|atlante}}</ref>; la chiesa ospita inoltre le spoglie di alcuni lodigiani illustri, tra cui il librettista [[Francesco De Lemene]], la poetessa [[Ada Negri]] ed il naturalista [[Agostino Bassi]]<ref name="artecittà">{{cita web | cognome = | titolo = Arte in città | url = http://www.comune.lodi.it/content/view/38/ | data = | accesso = 18-11-2009 | editore = Comune di Lodi }}</ref>.
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Si tratta della chiesa più antica di Lodi dopo la [[Duomo di Lodi|Cattedrale]]<ref name="lodigiorno4">{{cita|Sergio Galuzzi (a cura di)|sezione 4 - ''S. Lorenzo''.|lodigiorno}}</ref>. Nell'interno, a tre [[navata|navate]], sono conservate notevoli opere d'arte, tra cui due [[affresco|affreschi]] di [[Callisto Piazza]]<ref>{{cita|Vittorio Bottini, Alessandro Caretta e Luigi Samarati|pag. 45.|guida}}</ref>. La [[facciata]], tipicamente [[Arte romanica|romanica]], è caratterizzata da due [[lesena|lesene]] semicilindriche e da un [[rosone]] incorniciato in cotto, al di sopra del quale è collocata l'[[edicola]] con la [[statua]] del [[San Lorenzo|santo]]<ref>{{cita|Beatrice Ambreck ''et al.''|pag. 145.|atlante}}</ref>.
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In stile [[gotico]] [[Lombardia|lombardo]] del [[XIV secolo]]<ref name="atlante145"/>, conserva un'importante opera d'arte: il ''Polittico Galliani'' realizzato nel [[1520]] da Alberto Piazza<ref name="atlante146">{{cita|Beatrice Ambreck ''et al.''|pag. 146.|atlante}}</ref>. È degno di nota anche il [[rosone]] decorato con [[maiolica]] policroma<ref name="atlante146"/>. Accanto alla chiesa sorge l'antico convento dal chiostro scandito da archi a sesto acuto, trasformato nel corso del [[XIX secolo]] in sontuosa residenza oggi suddivisa in appartamenti privati<ref>{{cita|Beatrice Ambreck ''et al.''|pagg. 145-146.|atlante}}</ref>.
[[Immagine:San filippo.jpg|180px|thumb|right|Facciata della chiesa di San Filippo]]
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L'edificio, in stile [[rococò]], fu costruito di fronte allo sbocco di una lunga via, in ossequio al gusto scenografico dell'epoca. L'interno, a [[croce greca]], è completamente ornato da preziosi [[affresco|affreschi]] risalenti al [[XVIII secolo]]<ref name="guida76">{{cita|Vittorio Bottini, Alessandro Caretta e Luigi Samarati|pag. 76.|guida}}</ref>.
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Edificato in epoca medievale e rinnovato nel corso del [[XVII secolo|Settecento]] dall'architetto Antonio Veneroni (in collaborazione con i fratelli Sartorio), è caratterizzato da una struttura massiccia ed austera<ref name="guida37e39">{{cita|Vittorio Bottini, Alessandro Caretta e Luigi Samarati|pagg. 37-39.|guida}}</ref>. Degno di nota è il cortile con colonne binate<ref name="guida39">{{cita|Vittorio Bottini, Alessandro Caretta e Luigi Samarati|pag. 39.|guida}}</ref>. L'interno elegante presenta alcuni ambienti decorati nel [[XVIII secolo]]: da segnalare la ex cappella vescovile (ora visibile all'interno del percorso del Museo diocesano) e gli affreschi di [[Carlo Innocenzo Carloni]]<ref name="guida39"/>.
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A [[croce greca]], venne edificata nel [[1655]] per ospitare una sacra immagine della [[Maria (madre di Gesù)|Vergine]], ritenuta miracolosa. La [[facciata]] è stata rielaborata agli inizi del [[XX secolo]]; l'interno è completamente decorato da [[affresco|affreschi]], tele e stucchi. Da segnalare nel presbiterio i deliziosi affreschi con le ''Storie della Vergine'' dipinte dall'artista valtellinese Parravicino. Nel piccolo tempio religioso vi è la tomba neoclassica di [[Maria Cosway]], intima amica del presidente degli Stati Uniti [[Thomas Jefferson]]<ref>{{cita web | cognome = | titolo = Maria Cosway: le importanti relazioni | url = http://www.fondazionemariacosway.it/relazioni.html | data = | accesso = 01-11-2009 | editore = Fondazione Maria Cosway}}</ref> e benefattrice della città di Lodi dove fondò un Collegio femminile<ref>{{cita web | cognome = | titolo = Maria Cosway: profilo | url = http://www.fondazionemariacosway.it/profilo.html | data = | accesso = 01-11-2009 | editore = Fondazione Maria Cosway}}</ref><ref name="agebassi96">{{cita|[[Agenore Bassi]], ''Storia di Lodi''|pag. 96.|agebassi}}</ref>.
[[Immagine:Maddalena Lodi Facciata.JPG|220px|thumb|right|Facciata della chiesa di Santa Maria Maddalena]]
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Situata nei pressi del fiume [[Adda]], in una posizione leggermente decentrata rispetto al cuore del centro storico [[Medioevo|medievale]], rappresenta il miglior esempio di edificio [[barocco]] in città<ref>{{cita|Sergio Galuzzi (a cura di)|sezione 10 - ''S. Maria Maddalena''.|lodigiorno}}</ref>. Completata nella prima metà del [[XVIII secolo|Settecento]] ad eccezione della [[facciata]], la chiesa è caratterizzata da una navata unica con pianta [[ellisse|ellittica]]<ref name="guida61">{{cita|Vittorio Bottini, Alessandro Caretta e Luigi Samarati|pag. 61.|guida}}</ref>. Ospita alcuni [[affresco|affreschi]] di [[Carlo Innocenzo Carloni]] e una ''Deposizione'' attribuita a [[Robert De Longe]], mentre l'[[altare]] è opera di [[Simone Cantoni]]<ref name="guida61"/>.
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È un ambiente di dimensioni raccolte che ospita notevoli testimonianze artistiche. Si trova in una via molto stretta, tipica della Lodi medievale. Il piccolo edificio è costituito da due corpi di fabbrica ben distinti, uno [[Arte romanica|romanico]] e l'altro [[rococò|barocchetto]].
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Opera dell'architetto milanese [[Pellegrino Tibaldi]] e sconsacrata dal [[1798]]<ref>{{cita|Vittorio Bottini, Alessandro Caretta e Luigi Samarati|pag. 64.|guida}}</ref>, ha ospitato nel [[1989]] una grande mostra dedicata alla famiglia dei pittori Piazza da Lodi<ref>{{cita web | cognome = | titolo = Callisto Piazza da Lodi | url = http://roma.bloomsburyauctions.com/detail/ROMA-18/111.0 | data = | accesso = 09-10-2009 | editore = Bloomsbury Auctions}}</ref> e nel [[2001]] una rassegna sull'opera grafica dell'artista americano [[Andy Warhol]]<ref>{{Cita news|autore = |url = http://archiviostorico.corriere.it/2001/febbraio/26/Aperta_mostra_Andy_Warhol_pop_co_7_010226359.shtml |titolo = Aperta la mostra di Andy Warhol. La "pop art" in 67 serigrafie. |pubblicazione = [[Corriere della Sera]] |giorno = 26 |mese = 02 |anno = 2001 |pagina= 51 |accesso = 09-19-2009}}</ref>.
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In [[Neoclassicismo|stile neoclassico]], venne edificata in un'area periferica nel [[1835]], in occasione della visita dell'[[Impero austriaco|imperatore d'Austria]] [[Ferdinando I d'Austria|Ferdinando I]]<ref>{{cita|[[Agenore Bassi]], ''Storia di Lodi''|pagg. 88-89.|agebassi}}</ref>. L'edificio conserva le [[reliquia|reliquie]] del [[San Gualtero|santo lodigiano]] cui è dedicato<ref>{{cita|[[Agenore Bassi]], ''Storia di Lodi''|pagg. 64-65.|agebassi}}</ref>.
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