Lodi: differenze tra le versioni
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[[File:Lodi demolizione Revellino.jpg|thumb|220 px|Lavori di demolizione del forte Revellino (attuale piazzale Crema), nel [[luglio]] [[1872]]]]
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La prima opera difensiva della città (già protetta su tre lati dalle [[lago Gerundo|paludi dell'Adda]]) consisteva in una semplice [[palizzata]] di [[legno]] protetta da un [[fossato (architettura)|fossato]] nel quale fu fatta scorrere la roggia Molina; in questo modo la cittadina era diventata praticamente un'isola<ref>Tra il [[1931]] ed il [[1937]], distrutte le mura, il fossato della roggia venne riempito e trasformato negli attuali giardini pubblici.</ref>. La costruzione delle mura ebbe inizio il [[3 agosto]] [[1160]], alla presenza di [[Federico I del Sacro Romano Impero|Federico Barbarossa]], del vescovo Alberigo Merlino e dell'[[architetto]] [[Cremona|cremonese]] Tinto Muso de Gata, e terminò nel [[1211]]<ref name="guida22e23">{{cita|Vittorio Bottini, Alessandro Caretta e Luigi Samarati|pagg. 22-23.|guida}}</ref>. Queste erano alte almeno sei o sette metri e i [[Merlo (architettura)|merli]] erano a coda di rondine in quanto la città era [[Guelfi e ghibellini|ghibellina]]<ref>{{cita|[[Agenore Bassi]], ''Storia di Lodi''|pagg. 39-44.|agebassi}}</ref>. Nel periodo [[Sforza|sforzesco]] i sistemi di protezione si svilupparono particolarmente nei pressi del [[Adda|fiume]], con la costruzione del [[rivellino]] sulla sponda [[Cremasco|cremasca]] e delle due torri alle estremità del [[Ponte di Lodi|ponte sull'Adda]]<ref name="guida23"/>. Nel [[1607]], in [[Storia di Lodi#Il periodo spagnolo|epoca spagnola]], furono edificati dei [[baluardo|baluardi]] molto estesi che si estendevano verso la campagna, dando alla città una struttura "stellata". Divenuti obsoleti ed inutilizzabili, in [[Storia di Lodi#Il periodo austriaco|epoca austriaca]] furono abbattuti rapidamente a metà del [[XVIII secolo|Settecento]], sostituiti dalla strada di [[circonvallazione]], che nel settore meridionale fu disegnata come doppio "passeggio pubblico". Le mura antiche furono demolite in gran parte nel [[XX secolo]] a causa dell'espansione edilizia; al giorno d'oggi ne rimangono tracce in diversi punti della città, ad esempio la ''Specola di San Vincenzo'' nei pressi del parco ''Isola Carolina''.
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Si tratta di una tipica [[castello|fortezza]] [[Medioevo|medievale]], andata in buona parte distrutta; il suo alto e massiccio ''Torrione'' è uno dei [[simbolo|simboli]] più noti della città<ref>{{cita|[[Agenore Bassi]], ''Storia di Lodi''|pag. 47.|agebassi}}</ref>. Nell'edificio, storica residenza del [[Ducato di Milano|duca di Milano]] [[Francesco Sforza]]<ref name="pacesforza"/>, fu firmata la [[pace di Lodi]]<ref name="bassipace"/><ref>Pierluigi Majocchi, ''Francesco Sforza e la Pace di Lodi'', in ''Archivio Storico Lodigiano – Organo della Società Storica Lodigiana'', edizione 2008.</ref><ref name="guida65">{{cita|Vittorio Bottini, Alessandro Caretta e Luigi Samarati|pag. 65.|guida}}</ref> del [[9 aprile]] [[1454]]. Il Castello Visconteo non può essere visitato poiché è occupato dagli uffici della [[Questura]] di Lodi.
[[File:Lodi arco Pta Cremona.jpg|thumb|220 px|Porta Cremona]]
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In epoca medievale, per accedere alla città da sud bisognava attraversare un ponte levatoio sulla roggia Molina, e quindi la porta detta "cremonese". Per difendere e controllare il territorio della sottostante palude di Selvagreca, l’imperatore [[Federico II del Sacro Romano Impero|Federico II]], nipote di [[Federico I del Sacro Romano Impero|Federico Barbarossa]], nel [[1234]] fece erigere in questa zona anche un castello che ebbe però vita breve: dopo la morte dell'imperatore, nel [[1251]] i Milanesi, entrati in città con l'aiuto di Sozzo Vistarini, ne imposero la distruzione. Al giorno d'oggi, dalla scalinata che porta il nome dell'imperatore si può vedere una torretta di guardia, detta ''specola''. La porta cremonese presenta tre ingressi: quello centrale veniva utilizzato dai carri con le merci e dai nobili a cavallo, e veniva chiuso con un portone in legno al tramonto, i due laterali erano riservati ai pedoni. L'aspetto attuale è dovuto al completo rifacimento realizzato tra il [[1790]] e il [[1792]] dall'[[architetto]] Antonio Dossena.
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