Giuseppe O. Longo: differenze tra le versioni

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È uno dei più importanti traduttori scientifici, avendo fatto conoscere in Italia le opere di studiosi quali Bateson (sue tutte le traduzioni italiane presso Adelphi), Hofstadter, Dennett, Eibl-Eibesfeld, Einstein, Minsky (per la traduzione di ''La società della mente'' ha ricevuto nel 1991 il Premio nazionale Monselice). Ha tradotto numerosi articoli dall'inglese, dal tedesco e dal francese per "''Le Scienze" e per "Technology Review''".
 
A partire dal [[1987]] si è dedicato alla [[letteratura]] ed è autore di tre [[romanzi]]. ''Di alcune orme sopra la neve'', ([[Campanotto]], [[1990]], II ed. [[Mobydick]], [[2007]]) è il romanzo d'esordio del quale è protagonista Enrico Hecker, un giovane scienziato che viene chiamato a lavorare in un Centro nel quale presto ogni cosa e ogni incontro assumono per lui la curvatura lieve e inquietante del sogno. Gli incontri con personaggi ambigui e con possibili messaggeri di salvezza scandiscono il suo tentativo di ridisegnare la mappa del Centro, che sin da subito gli appare deformata da lievi ma decisivi errori. L'Amministratore tuttavia lo ammonisce che «la conoscenza porta in sé il germe della dissoluzione» (p. 177) se vuol disvelare gli enigmi fondativi e incommensurabili della materia e del [[tempo]]. Quando Enrico sembra aver completato il primo foglio della sua nuova mappa, quando sembra che manchi soltanto la prospezione di un sentiero secondario e per esso si incammina andando al di là del recinto che delimita il Centro, si smarrisce. La scrittura alta e pacata, sobria e tesa esprime la consapevolezza -borgesiana e scientifica- che «il vero smarrimento è questa perlustrazione compiuta e definitiva» (p. 233), è la compiutezza dell'essere stati.
 
Sono poi seguiti: ''L'acrobata'', [[Einaudi]], [[1994]]; ''La gerarchia di Ackermann'', [[Mobydick]], 1998; in francese per [[A la Croisée]], [[2004]]) e di racconti, alcuni tradotti in tedesco, francese, inglese, portoghese e gaelico. La traduzione francese dell<nowiki>'</nowiki>''Acrobata'', pubblicata da [[Gallimard]], ha ricevuto nel [[1996]] il premio Laure Bataillon per il miglior romanzo tradotto. Longo si è dedicato anche al [[teatro]] (''Il cervello nudo'', andato in scena nel 1999, ''Lo spinato dev'essere grande'' nel 2001, ''Ma che Australia d'Egitto'' nel 2006, e il ciclo ''Le orme del sapere'', quattro drammi di teatro-scienza su Lucrezio, Pascal, Babbage e Einstein presentati in anteprima alla Triennale di Milano del 2007, e oltre una ventina di radiodrammi). Nel dicembre 2007 ha messo in scena a Trento il dramma “Il mandarino di Dio”, dedicato alla figura del gesuita [[Martino Martini]]. Nella primavera 2008 ha portato sulla scena a Trieste il dialogo “Un trapianto molto particolare” con Maria Grazia Plos e Maurizio Zacchigna, regia di Francesco Macedonio, replicato nel marzo 2009.