Storia della Basilicata: differenze tra le versioni

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===XVI Secolo===
Nella seconda metà del XVI secolo la Basilicata conobbe un periodo di relativa tranquillità e in quest'epoca si sviluppò un rigoglioso mercato dell'arte legato alla committenza delle grandi famiglie baronali e religiosa: opere di grande pregio saranno realizzate da [[Cima da Conegliano]], [[Simone da Firenze]] e da numerosi artisti locali fra cui [[Altobello Persio]], [[Giovanni Todisco]], il [[Pietrafesa]], [[Antonio Stabile]] e, più avanti, [[Carlo Sellitto]] e [[Tricarico|Pietro Antonio Ferro]].
 
Nella vita sociale e politica della regione si ebbe l'emergere di una nuova classe intermedia, per lo più appartenente a importanti famiglie locali, ed impegnata a rappresentarei baroni, i vescovi e gli abati nell'attività di amministrazione e gestione dei feudi. Contemporaneamente al formarsi di questo nuovo corpo sociale si avviò un processo di autonomia delle comunità cittadine: attraverso una procedura complessa, i cittadini potevano riscattare la propria città pagando al potere regio la somma altrimenti versata dal barone: in questo modo le terre passavano al Regio Demanio e, senza l'intermediazione del barone, divenivano di possesso comune e quindi "universali" (motivo per cui queste comunità cittadine vennero all'epoca definite "Università"). Tali emancipazioni furono tuttavia poco frequenti in Basilicata: le città regie furono pochissime e non sempre il riscatto riusciva duraturo, poiché era molto costoso e comportava un notevole sacrificio economico da parte dei cittadini: fra queste, oltre a [[Saponara]], che lo era già dal secolo precedente, ci furono [[Matera]], [[Lagonegro]], [[Maratea]], [[San Mauro]] e [[Rivello]].
 
La situazione non migliorava invece per le campagne e le zone interne i cui prodotti, quando riuscivano a superare la soglia del consumo personale, erano nei mercati sottoposti ad una forte stagnazione dei prezzi. A questo si aggiungeva un sistema fiscale basato essenzialmente sulle [[imposta|imposte indirette]] sui generi di consumo, quindi la farina, il vino, il formaggio, la carne continuavano ad essere fortemente tassati; per evitare conflittualità con i gruppi dirigenti mancava l'imposta diretta sui beni e i patrimoni, che venne introdotta solo nel [[1742]] con il "Catasto Onciario" di [[Carlo III di Napoli|Carlo III]].
 
===XVII Secolo===
Alla metà del [[XVII secolo]] le comunità cominciarono con più insistenza a rivendicare i diritti nei confronti dei baroni e dello strapotere ecclesiastico. In Basilicata l'assenza delle dirette autorità dello Stato (poiché sottoposta alla provincia di Salerno) e l'isolamento di molti centri abitati, favorirono l'organizzazione e il diffodersi della rivolta di [[Masaniello]], scoppiata a [[Napoli]] nel [[1647]]. La sollevazione fu generalizzata e coinvolse tutta la regione: a Potenza il principe Celano fu costretto a fuggire, mentre a Vaglio il principe Salazar, uno dei capi della rivolta fuoriuscito dal carcere napoletano, si pose alla testa dell'esercito rivoluzionario al fianco di [[Matteo Cristiano]]. L'offensiva fu determinata e nel gennaio del [[1648]] tutta la Basilicata aveva aderito alla Repubblica ed i poteri erano ufficialmente passati al nuovo "governatore delle armi" in rappresentanza del governo rivoluzionario di Napoli, Matteo Cristiano. La rivolta venne sanguinosamente repressa e nella successiva primavera era già stata stroncata.