Porcellana di Capodimonte: differenze tra le versioni
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Per risalire alle origini della porcellana di Capodimonte è necessario risalire alle origini stesse della [[porcellana]]. I primi oggetti in porcellana risalgono al [[Duecento]] e furono conosciuti in [[Europa]] grazie a viaggiatori come [[Marco Polo]] che di ritorno dal suo lungo soggiorno a Pechino durante la dinastia Yuan, importarono dalla [[Cina]] una sorta di proto-porcellana ovvero una ceramica a pasta dura verniciata di bianco o marrone. L'Europa guardava attonita a questi oggetti nella totale incapacità di imitarli.
Risultati di qualche valore furono conseguiti solo nella Firenze del '500, dove i laboratori di alchimia di [[Francesco I de' Medici]],già intorno al 1575, riuscirono ad ottenere un tipo di porcellana a pasta tenera (priva di [[caolino]]), nota appunto come [[Porcellana Medicea]]: imperfetta sul piano tecnico (bollicine, screpolature, ecc.), veniva decorata a motivi blu cobalto, vagamente ispirati alla contemporanea produzione cinese. Se ne conoscono in tutto una cinquantina di pezzi. Non sembra tuttavia, che la produzione sia sopravvissuta alla morte di Francesco<ref>1</ref>, nè che tali esperimenti abbiano avuto conseguenze per la successiva storia della porcellana europea.
Alla fine del [[XVII secolo]], in un periodo di grande fervore scientifico, [[Accademia delle scienze francese|L'Academie des Sciences]] in [[Francia]] e la [[Royal Society]] in [[Inghilterra]] cominciano a studiare il problema della fabbricazione della porcellana.
Agli inizi del 1700 lo studioso sassone Bottger ne scopre la composizione. Si tratta di una fusione di [[caolino]] (granuli che cuociono ad alte temperature) e [[feldspato]] (un minerale legante).
Nel [[1710]] nasce la fabbrica tedesca di [[Meissen]] sotto la tutela delle autorità sassoni che esercitano stretti controlli per evitare l'imprenditoria in concorrenza.
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