Tragedia di Superga: differenze tra le versioni

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L'aereo stava riportando a casa la squadra da [[Lisbona]], dove aveva disputato un incontro [[amichevole]] con il [[Benfica]] per festeggiare l'addio al calcio del capitano della squadra lusitana [[José Ferreira]]. Nell'incidente perse la vita l'intera squadra del Torino. La formazione del Torino aveva vinto cinque scudetti consecutivi, dalla stagione [[1942]]-[[1943|'43]] alla stagione [[1948]]-[[1949|'49]] (i campionati '43-'44 e '44-'45 non vennero disputati a causa della [[seconda guerra mondiale]]) e costituiva i 10/11 della [[Nazionale di calcio dell'Italia|nazionale]]. Insieme a [[Fausto Coppi]] e [[Gino Bartali]], il Grande Torino aveva contribuito con le sue imprese a dare lustro a una nazione che cercava di risollevarsi dopo i terribili anni di guerra, di fascismo e di occupazione tedesca. Nell'incidente perirono anche i dirigenti della squadra e gli accompagnatori, l'equipaggio e tre dei migliori giornalisti sportivi italiani: [[Renato Casalbore]] (fondatore di [[Tuttosport]]); [[Renato Tosatti]] (della [[Gazzetta del Popolo]], padre di [[Giorgio Tosatti]]) e [[Luigi Cavallero]] ([[La Stampa]]). Il triste compito di identificare le salme fu chiesto all'ex Commissario Tecnico della Nazionale [[Vittorio Pozzo]], che aveva trapiantato quasi tutto il Torino in Nazionale. Lo spezzino [[Sauro Tomà]], infortunato al menisco, non prese parte alla trasferta portoghese. Non presero quel volo neanche il portiere di riserva [[Renato Gandolfi]] (gli fu preferito il terzo portiere [[Dino Ballarin]], fratello del terzino Aldo, che intercesse per lui), il radiocronista Nicolò Carosio (bloccato dalla cresima del figlio) e l'ex C.T. della Nazionale nonché giornalista Vittorio Pozzo (il Torino preferì assegnare il posto a Cavallero).
 
L'impatto che la tragedia ebbe in [[Italia]] fu fortissimo. Il Torino fu proclamato vincitore del campionato e gli avversari di turno, così come lo stesso Torino, schierarono le formazioni giovanili nelle restanti quattro partite. Unica eccezione il Genoa, che decise quasi inspiegabilmente di mandare in campo l'undici titolare e venne sconfitto dai ragazzini granata, i quali surclassarono il "Grifone" con un sonoro 4-0. Il giorno dei funerali quasi un milione di persone scese in piazza a Torino per dare l'ultimo saluto ai campioni. Lo shock fu tale che l'anno seguente la nazionale si recò ai [[Campionato mondiale di calcio 1950|Mondiali]] in [[Brasile]] viaggiando in [[nave]].
 
==Il volo e l'incidente==