Gerolamo Genga: differenze tra le versioni
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Fu uno dei più importanti architetti della prima metà del XVI secolo ed in genere del periodo manierista, tramite tra diversi ambiti cuulturali ed in particolare tra quello
==Biografia==
La biografia è piuttosto incerta a causa della mancanza di documentazuione. La fonte principale è il Vasari, anche se quanto narrato nelle sue ''Vite'' è pieno di incertezze ed incongruenze, nonostante l'autore fosse amico del figlio di Genga<ref>M.L. Cannarsa, ''L'opera incompita: il San Giovanni Battista a Pesaro di Girolamo Genga'', in "Annali di architettura", n.13, 2003</ref>.
Figlio di un mercante originario del castello di [[Genga]], dopo una prima formazione ad [[Urbino]], fu allievo del pittore [[Luca Signorelli]] ad [[Orvieto]]. Completò la sua formazione con il [[Perugino]], presso il quale conobbe, forse, [[Raffaello]].
Nel 1504, il primo documento scritto relativo alla sua vita, lo vede impegnato ad Urbino ad un ciclo di affreschi oggi perduto. La sua prima attività fu quindi come pittore e fu attivo a Urbino (1504-1509), dove eseguì, tra l'altro, una pala di altare e, nel 1513, una innovativa scenografia per un'opera chiamata ''Calandria''di [[Bernardo Dovizi]] da [[Bibbiena]] (e forse per un'altra di [[Baldassarre Castiglione]]), basata sull'illusione prospettica, e che fu una tappa importante nell'evoluzione della scena teatrale, in quanto sepure non rimane alcuna testimonianza iconografica, risulta essere la prima attestazione dell'uso di una scena prospettica di città, tra l'altro non solo dipinta, ma con elementi in rilievo tridimensionale<ref>F. Ruffini, ''Commedia e festa nel Rinascimento. La “Calandria” alla corte di Urbino,''Bologna, il Mulino, 1986.</ref>.
Conobbe il duca [[Francesco Maria I della Rovere]] nel suo esilio a Cesena e Mantova.
Con il ritorno nel [[1521]] del duca e di sua moglie [[Eleonora Gonzaga della Rovere|Eleonora Gonzaga]] dall'esilio, dal 1522 al 1551, data della sua morte, fu al servizio della corte del ducato di [[Urbino]], dove conobbe [[Pietro Bembo]], trasformandosi gradualmente in architetto. Gli venne affidata la ristrutturazione del palazzo Ducale di [[Pesaro]] (divenuta la capitale del [[Ducato di Urbino]]) e in seguito, in varie riprese, della vecchia [[Villa Imperiale (Pesaro)|Villa Imperiale ]] a [[Pesaro]]. Nel 1543 inizia i lavori per la Chiesa di San Giovanni Battista a Pesaro, destinata a mausoleo ducale, e si reca a [[Mantova]] per lavorare al Duomo della città.
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