Caso di Sciacca: differenze tra le versioni

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Dopo le suddette nozze, la famiglia Perollo non sopportò la prepotenza del sovrano, e sviluppò un odio viscerale verso la nobiltà catalana e straniera alla quale il Luna apparteneva. A questo odio dei Perollo s'aggiunse quello di [[Bernardo Cabrera]], [[Contea di Modica|Conte di Modica]], che avrebbe pure preteso di fare sposare Margherita al figlio, in modo da poter ancora di più ampliare il suo controllo territoriale.
 
Deceduti [[Martino I di Sicilia|Martino il Giovane]] e il padre [[Martino I d'Aragona|Martino il Vecchio]], in [[Sicilia]] gli abitanti aspiravano ad avere un loro re. Si erano intanto formati tre fazioni: una catalana capeggiata da [[Bernardo Cabrera]], un'altra dalla [[Bianca di Navarra (1387–1441)|regina Bianca]], moglie di Martino il Giovane (e che il re aveva sposato dopo la morte di Maria), ed un'altra ancora della nobiltà siciliana a cui aderivano molti Comuni che si erano ribellati alla regina. Il conte Luna seguiva la fazione di Cabrera, ma gli abitanti di Sciacca rimasero fedeli alla regina.
 
Nel [[1411]] il Cabrera occupò la città, ma non il Castello Vecchio, difeso ad oltranza da Pietro Garro. Un intervento della regina liberò il castello e la città. Nel [[1416]] il prestigio della famiglia Peralta passò ad Antonio, il figlio del Luna, che ebbe dal re Alfonso la concessione della castellania di Sciacca. Dava cioè il massimo onore oltre al diritto di dimora nel Castello Vecchio.