Samurai: differenze tra le versioni

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La parola [[lingua giapponese|giapponese]] '''samurai''' (che signfica anche "servire") indica un guerriero del [[Giappone]] feudale. Un termine più appropriato sarebbe ''[[bushi]]'' (letteralmente: "guerriero"), che risale all'epoca [[Edo]]; attualmente il termine viene usato per indicare la nobiltà guerriera (non, ad esempio, gli ''[[ashigaru]]'' o i fanti). I samurai che non facevano parte di un clan e non servivano un ''[[daimyō]]'' erano chiamati [[rōnin]].
 
I samurai erano tenuti a essere colti, ad essere in grado di leggere e scrivere e, col tempo, durante l'era Tokugawa persero gradualmente la loro funzione militare. Verso la fine dell'era Tokugawa, i samurai erano essenzialmente burocrati del ''[[Daimyo|daimyō]]'', e la loro [[spada (arma)|spada]] veniva usata soltanto per scopi cerimoniali. Con la riforma [[Meiji]] (tardo [[XIX secolo]]) la classe dei samurai fu abolita in favore di un [[esercito]] nazionale in stile occidentale. Ciò nonostante, il ''[[bushidō]]'', rigido codice d'onore dei samurai, sembra essere sopravvissuto in alcuni costumi della società giapponese odierna.
 
 
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I samurai usavano una grande varietà di armi. Nel periodo [[Tokugawa]] si diffuse l'idea che l'[[anima]] di un samurai risiede nella ''[[katana]]'' che porta con sé, a seguito dell'influenza dello [[Zen]] sul [[Bujutsu|bujutsu]]; a volte i samurai vengono descritti come se dipendessero esclusivamente dalla spada per combattere. Raggiunti i tredici anni, in una cerimonia chiamata ''Genpuku'', ai ragazzi della classe militare veniva dato un ''[[wakizashi]]'' e un nome da adulto, per diventavare così vassalli, cioè '''samurai''' a tutti gli effetti. Questo dava loro il diritto di portare una ''katana'', sebbene venisse spesso assicurata e chiusa con dei lacci per evitare sfoderamenti immotivati o accidentali. Insieme, ''katana'' e ''wakizashi'' vengono chiamati ''daisho'' (letteralmente: "grande e piccolo") ed il loro possesso era la prerogativa del ''[[buke]]''.
 
La prima arma ausiliaria dei samurai fu l'[[arco (arma)|arco]] e non fu modificata per secoli, fino all'introduzione della [[polvere da sparo]] e del [[moschetto]] nel [[XVI secolo]]. Un arco giapponese era un'arma molto potente: le sue dimensioni permettevano di lanciare con precisione vari tipi di proiettili (come frecce infuocate o frecce di segnalazione) alla distanza di 100 metri, arrivando fino a 200 metri quando non era necessaria precisione. Veniva usato solitamente a piedi, dietro un ''tedate'', un largo [[scudo]] di legno, ma poteva essere usato anche a [[cavallo]]. La pratica di tirare con l'arco da cavallo divenne una cerimonia ''[[Shinto]]'' detta ''Yabusame''. Nelle battaglie contro gli invasori [[Mongolia|Mongoli]], questi archi furono l'arma decisiva, contrapposti agli archi più piccoli e alle balestre usate dai [[Cina|cinesi]] e dai [[Mongolia|mongoli]].
 
Nel [[XV secolo]], anche la [[lancia (arma)|lancia]] ([[Sōjutsu|yari]]) divenne un'[[Armi|arma]] popolare. Lo ''yari'' tese a rimpiazzare il [[Naginata|naginata]] allorquando l'eroismo individuale divenne meno importante sui campi di battaglia e le milizie furono maggiormente organizzate. Nelle mani dei fanti o ''ashigaru'' divenne più efficace di una [[Katana]], soprattutto nelle grosse cariche campali. Nella battaglia di Shizugatake, in cui Shibata Katsuie fu sconfitto da Toyotomi Hideyoshi (da allora anche nonto come Hashiba Hideyoshi) i cosiddetti "Sette Lancieri di Shizugatake" ebbero un ruolo cruciale nella vittoria.