Event study: differenze tra le versioni
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===Metodologie per la stima dei rendimenti anomali di lungo periodo===
Come accennato sopra, la maggior parte degli ''event study'' si concentra su orizzonti giornalieri; questo in primo luogo per la maggior robustezza dei risultati (che non appaiono sensibili rispetto al ''benchmark'' o al particolare test statistico utilizzati per stimare i rendimenti anomali e valutarne la [[significatività]]), nonché sulla base dell'ipotesi di [[efficienza del mercato]] in senso informativo, in base alla quale tutta l'informazione contenuta in un dato evento dovrebbe essere rapidamente incorporata dal mercato nel prezzo dell'attività finanziaria oggetto di studio. A partire dai tardi [[anni 1980|anni
====Metodo ''calendar time''====
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====Metodi ''bootstrap''====
Una metodologia alternativa al metodo ''calendar time'' è quella della stima di una distribuzione ''empirica'' dei rendimenti anomali, con metodi ''[[metodo bootstrap|boostrap]]''; questo approccio è stato studiato da Barber e Lyon (1997) e Lyon ''et al.'' (1999) e utilizzato, ad esempio, da Lakonishok e Vermaelen (1990) e Ikenberry ''et al.'' (1995). Il motivo principale addotto a sostegno di questa metodologia è la non-[[variabile casuale normale|normalità]] della distribuzione dei rendimenti (e, conseguentemente, dei rendimenti anomali), un risultato empirico noto almeno dagli [[anni 1960|anni
Una soluzione al problema della non-normalità consiste nella stima di una distribuzione ''empirica'' dei rendimenti, tramite un metodo detto ''bootstrap''. Il metodo consiste nel calcolare il rendimento anomalo di una serie di portafogli selezionati in maniera casuale; l'intuizione suggerisce che, se il numero di portafogli è sufficientemente elevato, la distribuzione dei rendimenti anomali così ottenuta dovrebbe corrispondere alla "vera" distribuzione dei rendimenti anomali, quella cioè che dovrebbe essere utilizzata per condurre inferenza statistica.
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