Teleriscaldamento: differenze tra le versioni
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In Italia lo scambiatore è soggetto, come le caldaie, alle normative e controlli ISPESL ed alla direttiva europea PED sugli apparecchi a pressione. Ogni impianto deve inoltre anche essere certificato secondo la legge 46/90.
===Efficienza===▼
La tecnologia del teleriscaldamento è molto diffusa nel Nord Europa, ma da alcuni anni si sta diffondendo anche in Italia. La prima città italiana a dotarsi di un sistema di teleriscaldamento, all'inizio degli anni '70, è stata [[Brescia]], seguita negli anni '80 da [[Torino]] che oggi possiede la rete di teleriscaldamento più estesa d'Italia; buone reti di TLR esistono anche a [[Cremona]], [[Reggio Emilia]], [[Verona]], [[Milano]], [[Forlì]], [[Mantova]], [[Imola]], [[Bologna]], [[Ferrara]], [[Lodi]], [[Bardonecchia]], [[Legnano]], [[Cavalese]], [[Brunico]] ecc. La tecnologia è adoperata spesso per riscaldare molti edifici pubblici, ad esempio certe [[Edilizia popolare|case popolari]] dell'[[Aler]] a [[Milano]] e altrove.▼
▲==Efficienza==
[[Immagine:Zuerich Aubrugg Heizkraftwerk.jpg|thumb|250px|Centrale di teleriscaldamento di [[Zurigo]]]]
In quanto impianto centralizzato di enormi dimensioni, la centrale di teleriscaldamento è molto più efficiente di qualunque [[caldaia]] condominiale: non solo per le tecnologie più avanzate di cui fa uso, ma anche perché, mentre una caldaia piccola (specie se collegata a un solo appartamento) si spegne e riaccende in continuazione man mano che la casa si riscalda e poi raffredda, in una caldaia più grande tutte queste oscillazioni della domanda si compensano a vicenda permettendole di funzionare continuamente alla stessa potenza, il che aumenta di molto l'efficienza.
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==Il teleriscaldamento in [[Italia]]==
▲La tecnologia del teleriscaldamento è molto diffusa nel Nord Europa, ma da alcuni anni si sta diffondendo anche in Italia. La prima città italiana a dotarsi di un sistema di teleriscaldamento, all'inizio degli anni '70, è stata [[Brescia]], seguita negli anni '80 da [[Torino]] che oggi possiede la rete di teleriscaldamento più estesa d'Italia;
===Il teleriscaldamento in [[Alto Adige]]===
Dato che il 42% del territorio del [[Alto Adige]] è ricoperto da foreste e boschi,<ref>[http://www.biomasseverband.it/cms/website.php?id=/it/index/biomassa/biomassa.htm La Biomassa<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
Analizzando questi dati si può capire che lo sfruttamento di questo materiale è davvero un sistema intelligente, e allo stesso tempo serve per la manutenzione boschiva.
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Il termovalorizzatore "Silla2" di [[Milano]], tramite un moderno ciclo di cogenerazione, è in grado di erogare fino a 160 MW termici. Attualmente ([[2009]]) la rete di teleriscaldamento raggiunge il quartiere [[Gallaratese]] ([[Milano]]), [[Pero (Italia)|Pero]] e la [[Fiera_di_Milano|Fiera di Milano]], in futuro ([[2010]]-[[2011]]) è previsto l'allacciamento del quartiere [[San_Siro_(quartiere_di_Milano)|San Siro]] ([[Milano]]) e delle frazioni Cerchiate ([[Pero (Italia)|Pero]]) e Mazzo ([[Rho]]), con interconnessione alla rete esistente del Molinello.
Altri esempi sono la centrale di [[Tirano]] ([[provincia di Sondrio|SO]]), quella di [[Sellero]] ([[provincia di Brescia|BS]]) e quella di [[Cassano d'Adda]] ([[provincia di Milano|MI]]).▼
===Il teleriscaldamento in [[Piemonte]]===▼
▲Altri esempi sono la centrale di [[Tirano]] ([[provincia di Sondrio|SO]]), quella di [[Sellero]] ([[provincia di Brescia|BS]]) e quella di [[Cassano d'Adda]] ([[provincia di Milano]])
▲===Il teleriscaldamento in Piemonte===
In Piemonte sono presenti alcune città che utilizzano tale tecnologia: Alba, Acqui Terme, Sestrières e Bardonecchia, come altre che la utilizzeranno tra cui Chieri, ma Torino è la più significativa dal punto di vista delle dimensioni. Torino ha prestato, da sempre, una grande attenzione alla qualità dell'aria ed il teleriscaldamento infatti rappresenta il proseguimento della politica avviata con la metanizzazione degli stabili. All'inizio degli anni '80, la AEM, allora azienda elettrica municipale di Torino (ora confluita nel [[gruppo Iride]]), produceva e distribuiva esclusivamente energia elettrica, ma si attrezzò per distribuire teleriscaldamento nell'area nord di Torino e una decina di anno dopo, trasformati i gruppi di produzione di energia termoelettrica in assetto di cogenerazione, iniziò a distribuire il calore per il teleriscaldamento anche nell'area sud della città. Oggi si sta ultimando la posa della rete nell’area centro-Politecnico. Il prossimo anno, a progetto completato, Torino avrà il 40 per cento delle abitazioni allacciate alla rete di teleriscaldamento, sarà il centro italiano più teleriscaldato e, di conseguenza, tra i meno inquinati dagli effetti del riscaldamento. Ulteriori progetti sono previsti nella zona nord della Città.
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===Il teleriscaldamento in [[Emilia Romagna]]===
Anche a [[Parma]] esiste dagli inizi del 2000, la rete di teleriscaldamento, che con gli anni si è estesa notevolmente.
La rete attuale copre meno del 40% del territorio.
L'impianto è gestito a 120°C, la generazione avviene attualmente tramite caldaie alimentate a gas metano e da un grande motore a scoppio alimentato a gas metano (CH4) che fa cogenerazione, produce quindi oltre ad acqua calda anche energia elettrica.
In previsione ci sarà la costruzione di un termovalorizzatore, che sostituirà le caldaie nella produzione di acqua calda.
Anche a Reggio Emilia, Bologna e Piacenza il teleriscaldamento sta allargando la sua zona di distribuzione.
Bisogna dire che la posa delle reti, è onerosa e crea disagi agli abitanti, ha però diversi vantaggi per chi ne usufruisce e per tutta la popolazione in generale.
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