Gaio Giulio Cesare: differenze tra le versioni
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[[File:Siege-alesia-vercingetorix-jules-cesar.jpg|thumb|300px|left|La resa di [[Vercingetorige]] secondo [[Lionel-Noël Royer]] ([[Le Puy-en-Velay]], Museo Crozatier, [[1899]]).]]
{{vedi anche|Battaglia di Avarico|Battaglia di Gergovia|Battaglia di Alesia}}
Ultimo atto della guerra di Gallia fu la rivolta guidata dal capo degli [[Arverni]] [[Vercingetorige]], attorno al quale si strinsero tutti i
La rivolta ebbe inizio dalle azioni dei [[Carnuti]], ma ben presto a prenderne il comando fu Vercingetorige che, eletto re degli Arverni, si guadagnò l'alleanza di tutti i popoli limitrofi.<ref>Cesare, ''De bello Gallico'', VII,2-4</ref> Cesare, allertato, si affrettò a tornare in Gallia, lasciando la Pianura Padana dove si trovava a svernare. Vercingetorige decise di marciargli contro, ma il proconsole in risposta cinse d'assedio la città di [[Bourges|Avarico]]: riuscì ad espugnarla dopo quasi un mese con l'ausilio di imponenti opere di ingegneria militare, mentre il re degli Arverni, benché potesse contare su di un esercito ben più numeroso di quello di Cesare, si sottrasse allo scontro. Fu quindi costretto ad assistere impotente al massacro di tutta la popolazione della città (oltre 40 000 persone), ma riuscì ad ottenere l'appoggio di altre popolazioni galliche.
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