Fabrizio De André: differenze tra le versioni

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== Fabrizio De André e la fede ==
{{cn|I testi del cantautore, che toccano spesso argomenti religiosi, sono improntati ad una personale e disincantata visione della [[cristianesimo|vicenda cristiana]] e, a tratti, da una intuibile spiritualità, tuttavia non riconducibili ad una definibile professione di fede}}.
{{quote|Dio di misericordia il tuo bel Paradiso lo hai fatto soprattutto per chi non ha sorriso|da [[Preghiera in gennaio]]}}
{{quote|Dio del cielo io ti aspetterò nel cielo e sulla terra io ti cercherò|da ''Spiritual'', dall'album [[Volume I (Fabrizio De André)|Volume I]]}}
{{quote|Non intendo cantare la gloria né invocare la grazia e il perdono di chi penso non fu altri che un uomo come Dio passato alla storia|da ''Si chiamava Gesù'', dall'album [[Volume I (Fabrizio De André) | Volume I]]}}
{{quote|e non Dio ma qualcuno che per noi lo ha inventato ci costringe a sognare in un giardino incantato.|da "Un blasfemo", nell'album [[Non al denaro, non all'amore né al cielo]]}}
{{cn|Nei brani come "''Si chiamava Gesù''", "''Preghiera in gennaio''" e nel [[concept album]] "''[[La buona novella]]''", la figura di [[Gesù|Cristo]] viene spogliata dell'essenza divina per assumere, quasi in una dimensione [[Benedetto Croce|crociana]], tutta la sua forza rivoluzionaria in favore degli ultimi}}.
Proprio nel concept album "''[[La buona novella]]''" (1970) De André ci fornisce la massima espressione della sua visione religiosa, effettuando una chiara antropologizzazione del divino.
Nel concerto al teatro Brancaccio di Roma nel 1998 De André fece le seguenti dichiarazioni in merito<ref>Si possono ascoltare nel DVD tratto dalla tournée</ref>: