Salottino di porcellana di Maria Amalia di Sassonia: differenze tra le versioni
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==''Chinoiserie''==
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La Cina evocata nel ''[[boudoir]]'' di Maria Amalia di Sassonia non era quella di prima mano dei manufatti originali,<ref>Le porcellane, le lacche e altri manufatti di origine soprattutto cinese e giapponese, affollarono in particolare gli ambienti, piccoli e grandi, noti come ''cabinet chinois''. Ne sono esempi celebri i due ''chinesischen Kabinette'' nel [[Castello di Schönbrunn]] realizzati per l’imperatrice Maria Teresa d'Austria, e il ''Cabinet chinois'' della [[Palazzina di caccia di Stupinigi]], presso Torino</ref> importati a migliaia nel XVIII secolo attraverso il mercato olandese e britannico<ref>O. ROSSI PINELLI, ''Esotismi'', in ''Il Secolo della ragione e delle rivoluzioni'', UTET, Torino 2000, pp. 151-152.</ref> (che pure tanta parte ebbero nella definizione dell’estetica [[Rococò|''rocaille'']]). Bensì, quella meravigliosa e irraggiungibile della [[:en:Chinoiserie|''Chinoiserie'']]: l’esotismo da favola, sottilmente elusivo, nato dall’immaginazione di artisti francesi come [[Antoine Watteau|Watteau]] e [[François Boucher|Boucher]], ben presto dilagato in tutta Europa, come fenomeno di costume delle classi abbienti. Si trattava di un materiale duttile, di forme, di motivi e di ambientazioni, incessantemente ricreato dall’estro inesauribile di maestranze dalle tecniche scaltrite, riproposto ora nelle forme di un padiglione da giardino<ref>Esempio celeberrimo la c.d. [[:en:Chinese House (Potsdam)|''Chinesisches Haus'']] nel parco del castello di ''[[Sanssouci]]'' a Potsdam.</ref>, ora in quelle di un mobile di [[lacca]], ora di un parato, assecondando le richieste di una committenza colta e scettica, incline all’evasione nel fantastico<ref>O. ROSSI PINELLI, ''Paradisi artificiali o piccoli paradisi terresti'', in ''Il Secolo della ragione e delle rivoluzioni'', UTET, Torino 2000, pp. 118-119.</ref>.
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