Processore multicore: differenze tra le versioni
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Nel corso del [[2005]] sono arrivati i primi chip dual core per mercato desktop; questo in pratica è successo perché si è giunti ad un livello tecnologico di sviluppo hardware tale che, una volta raggiunte le dimensioni minime possibili dei [[transistor]] con la generazione dei processori [[Pentium]], cercare di aumentare la potenza di elaborazione aumentando la frequenza di [[clock]] di una CPU (che fino a questo momento erano [[single core]]) era diventato assai oneroso e complicato per via dei consumi di potenza elettrica, che hanno superato abbondantemente i 100 W, e il conseguente gravoso problema del raffreddamento dei circuiti.
La soluzione che è sembrata più ovvia ai progettisti è stata quella di puntare tutto sul [[calcolo parallelo|parallelismo]] in modo da poter aumentare il numero di operazioni eseguibili in un unico ciclo di clock. Questo approccio comporta anche alcuni svantaggi, in quanto i programmi devono essere ottimizzati per un utilizzo [[multi-thread]] ovvero parallelizzati anch'essi per poter sfruttare appieno le caratteristiche di questi processori, in caso contrario essi impegneranno solo uno dei due core, lasciando l'altro pressoché inutilizzato. Può addirittura verificarsi che un programma applicativo risulti di più lenta esecuzione su un processore dual core e, al momento del lancio, erano veramente pochi i [[software]] già pronti per queste nuove architetture. L'incapacità di raggiungere i livelli di prestazione teorici dei sistemi a parallelismo massiccio è detta ''[[sindrome di von Neumann]]''.
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Una volta completato l'aggiornamento di tutti i programmi verso la nuova filosofia, tutto dovrebbe (il condizionale è d'obbligo) risultare più semplice, soprattutto alla luce anche dei nuovi processori [[quad core]], ovvero formati da 4 core arrivati a fine [[2006]]; si tratta di soluzioni che richiedono ancora di più l'esistenza di applicazioni ottimizzate per poter esprimere il proprio potenziale.
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