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[[File:Bersagliereongenoa.jpg|thumb|rught|250px|Bersagliere di vedetta lungo la costa di Genova affiancato da una torretta interrata di [[Renault TFFT-17]].]]
Genova fu una delle piazze
 
==Le premesse teoriche della difesa costiera==
{{quote|Tutti i luoghi che sono al lito del Mare, o non molto lontani, sono sempre in guerra. Perchè quando anco sieno in pace colle potenze confinanti, o vicine o lontane vi sono i corsari, pubblici et universali nimici. Dai quali è necessario ben guardarsi...<ref>Gabriello Busca, ''L'Architettura Militare, Milano 1601, op. cons., Milano 1619, p. 219-222.</ref>|''L'Architettura Militare'' - Gabriello Busca}}
 
 
Con questa frase l'ingegnere [[Gabriello Busca]], nel suo trattato, pone il risalto una delle maggiori cause - la guerra di pirateria - che costringeva le popolazioni costiere ad escogitare ogni mezzo di difesa capace di affrontare una minaccia apparentemente perenne.</br>
==Le prime strutture di difesa costiera==
Fin dai tempi più antichi le piccole o grandi comunità che traevano le loro risorse dal mare, hanno avuto a che fare con [[pirati]], [[mercenari]], ma anche con [[flotte navali]] di città o nazioni nemiche, che dal mare [[assedio|assediavano]], razziavano o cercavano di conquistare le popolazioni marittime.</br>
Questa necessità di fronteggiare queste scorrerie piratesche e difendersi da avversari con flotte navali, fu al centro delle architetture militari anche nella [[Repubblica di Genova]], fin dall'alto medioevo.</br>
 
Già intorno all'anno mille, [[Genova]] si munì di un sistema difensivo, attorno al nucleo originario della città, focalizzato sul [[colle di Sarzano]], fu eretta una prima [[Mura di Genova|cerchia di mura]].</br>
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Verso la fine del [[1200]], iniziò la costruzione delle prime opere fortificate lungo la riva a difesa della costa e del porto.</br>
Quindi sul finire del XIII secolo, a partire dall'anno [[1276]] venne cinto di mura il borgo del Molo, il quale si protendeva sul mare.
Partendo dalla [[Chiesa delle Grazie]], la linea muraria si allungò dietro la piazza dei Macelli e percorrendo la Malapaga raggiunse la torre del Molo, e di lì tornava a riunirsi con la vecchia cinta nel luogo detto ''Bordigotto'', antistante la chiesa dei [[SS. Cosma e Damiano]].
Un tratto delle prima citate [[Mura del Molo]], venne soprannominato appunto della “[[Mura della Malapaga]]” in quanto partiva appunto dalle omonime carceri per i debitori inadempienti.<ref>R. DELLEDelle PIANEPiane, ''Mura e Fortificazioni di Genova'', Nuova Editrice Genovese,Genova 1984, pag. 14.</ref></br>
 
Per alcuni secoli, la difesa costiera di genova fu limitata alla cinta di mura sopra descritta, ampliata solo con la costruzione di una cinta muraria, che in linea con l'ampliamento delle mura interne del [[1320]] <ref> L. Grossi Bianchi – E. Poleggi, ''Una città portuale nel mediterraneo'' - Genova nei secoli X – XVI, Ed. SAGEP, Genova, pag. 323</ref> difendeva la ''nuova [[Darsena]]'', all'interno del [[porto di Genova|porto]], in quanto, insieme al Molo Vecchio, erano i più importanti scali commerciali del porto.
 
Ancora nel [[1536]] furono approvati nuovi lavori di ampliamento della cinta muraria intorno alla città, è in questo contesto che si fortificano, il [[Molo di S. Tommaso]], la costa tra [[Carignano]] e il [[Molo Vecchio]], e venne edificata su progetto dell’ingegner [[Galeazzo Alessi]] tra il [[1550]] e il [[1553]], la [[Porta del Molo]] (oggi Porta Siberia).
Dal [[1577]] la linea difensiva tra Porta del Molo, [[Mura della Malapaga]] e [[Mura delle Grazie]], poi fino a Carignano fu modificata, ampliata e provvista di armamenti con la [[batteria della Malapaga]] incassate nelle omonime mura, la [[batteria delle Grazie]] e della [[batteria della Cava|Cava]].
 
La cinta del [[1536]] era diventata, in un certo senso, “pericolosa” oltre che obsoleta ed inadeguata ai progressi compiuti nel campo delle [[artiglierie]]a; essa infatti seguiva fedelmente il perimetro dell'intero abitato.
Il nemico, accampandosi a poca distanza dalle mura, avrebbe facilmente recato danni alla popolazione con l'uso dell'artiglieria.
 
Fu dunque decisa la realizzazione di una nuova e possente cinta muraria (l'ultima) nel [[1630]], che sfruttava, secondo le nuove tecniche difensive, l’anfiteatro naturale con vertice il [[Forte Sperone]], e scendeva lungo due crinali verso la foce del [[Bisagno]] e verso la [[Lanterna]]; lasciando l’abitato ben distante dalle mura in quanto la potenza sempre maggiore delle nuove artiglierie avrebbe facilmente causato danni alle case e ai suoi abitanti, se questi fossero rimasti ai margini delle mura, e seguivano la costa verso l'interno fino alla [[Porta del Molo]], l'attuale Porta Siberia. <ref>S.Finauri, ''Forti di Genova – Storia, tecnica e architettura dei fortini difensivi'' - edizione 2007</ref>
 
===Le premesse teoriche della difesa costiera===
{{quote|Tutti i luoghi che sono al lito del Mare, o non molto lontani, sono sempre in guerra. Perchè quando anco sieno in pace colle potenze confinanti, o vicine o lontane vi sono i corsari, pubblici et universali nimici. Dai quali è necessario ben guardarsi...<ref>Gabriello Busca, ''L'Architettura Militare'', Milano 1601, op. cons., Milano 1619, p. 219-222.</ref>|''L'Architettura Militare'' - Gabriello Busca}}
 
Con questa frase l'ingegnere [[Gabriello Busca]], nel suo trattato, pone il risalto una delle maggiori cause - la guerra di pirateria - che costringeva le popolazioni costiere ad escogitare ogni mezzo di difesa capace di affrontare una minaccia apparentemente perenne.</br>
Questa necessità , fu un'esigenza vitale, che dalla seconda metà del '400 al primo '600, in forme e modi diversi affrontarono vari architetti militari.<ref>Busca op.cit, pag.9</ref></br>
Nel caso di [[Genova]], il Busca, tendette a emanciparsi
 
==La difesa del Golfo nel Medioevo==
 
==La difesa del Golfo nel XVII secolo==
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===Visitiamo le opere===
 
 
==Note==
<references/>