Locomotiva FS E.626: differenze tra le versioni

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==Storia==
Le E626 nascono nel 1926 da una richiesta lanciata dalle Ferrovie Italiane alle aziende dell'epoca per la costruzione di una [[locomotiva|motrice]] elettrica che sfruttasse la nuova linea a [[corrente continua]] in costruzione tra [[Foggia]] e [[Benevento]].
Questa linea, storica per essere stata la prima [[elettricità|elettrificata]] con questo sistema in [[Italia]] invece che a [[corrente trifase]] (16.,7 Hz), venne concepita come la "prova generale" per l'adozione di questo tipo di alimentazione sulle principali tratte nazionali: il sistema a corrente continua a 3 kV è quello ancora oggi adottato come standard, anche se per le [[TAV|alte velocità]] si sta passando al 25 kV [[corrente alternata|CA]] .
 
Il progetto della parte meccanica venne sviluppato dal team dell'ingegner [[Giuseppe Bianchi (ingegnere)|Giuseppe Bianchi]] del Servizio Materiale e Trazione FS di [[Firenze]], "padre fondatore" dell'odierno sistema ferroviario italiano e di molte locomotive storiche.
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Oramai inadeguate al traffico passeggeri, vennero in massa spostate ai treni merci, mantenendo solo in alcune zone d'Italia predominio dei servizi navetta, con l'adozione dell'impianto citofonico e del comando a 13 poli, che collegato alla [[carrozza semipilota]] permetteva di percorrere delle tratte avanti e indietro senza girare l'intero [[treno]]
 
Nei primi [[anni 1950|anni '50cinquanta]], 5 unità furono riconvertite per il servizio montano ad [[Aosta]] e [[Bolzano]], caratterizzato da curve più strette sulle linee, per cui si procedette alla de-motorizzazione dei due assi più estremi.
 
Nel [[1956]] la unità N. 109 rimane coinvolta in un incidente, quando il direttissimo [[Roma]]-[[Reggio Calabria]] deraglia alla stazione di [[Scilla]]. L'anno successivo la numero 338 viene travolta da una [[Locomotiva ALe840|ALe840]] a Roma Termini, riportando danni leggeri, mentre l'automotrice si capovolge su un lato.
 
Il [[5 Gennaiogennaio]] 1960 la 626.215 alla testa del diretto [[Sondrio]]-[[Milano]] deraglia ad [[Arcore]] a causa della nebbia. 17 morti e 139 feriti, nel giorno più nero della carriera di queste macchine: l'incidente suscitò molto scalpore sulla stampa di allora.
 
Durante gli [[anni 1970|anni '70settanta]], [[anni 1980|'80ottanta]] e [[anni 1990|'90novanta]] 12 unità furono vendute alle ferrovie private, finchè le superstiti ormai sessantenni furono avviate alla demolizione sia per l'entrata in servizio delle nuova generazioni delle [[E402B]] e delle [[E444R]], che soprattutto per le proteste dei [[sindacato|sindacati]] di categoria dei macchinisti che lamentavano l'inadeguatezza delle condizioni lavorative del personale di bordo.
 
Al momento del ritiro molte macchine risultavano ancora funzionanti e in discrete condizioni operative.