Campagna italiana di Grecia: differenze tra le versioni

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{{F|storia|agosto 2009}}
{{P|Chi dice che si evita di parlare delle forze albanesi? L'impostazione di questo paragrafo è POV e nazionalista filo-albanese, senza peraltro citare una qualunque puntuale documentazione|storia}}
Sulla campagna di Grecia si evita di parlare delle forze albanesi che erano state coinvolte nel conflitto: alcuni battaglioni scaglionati nelle divisioni "Venezia e Giulia". Un battaglione della milizia mercenaria albanese fu sacrificato, dal comando italiano per proteggere la ritirata italiana. Benché non appartenesse all'esercito effettivo albanese, il comando albanese rappresentato dal colonellocolonnello [[Prenk Pervizi]] protestò vivamente per questo impiego degli albanesi come "carne da cannone".
 
Il comando italiano decise che un altro battaglione effettivo albanese "Tomorri" avrebbe difeso la loro ritirata, come il primo. Il colonellocolonnello Pervizi insieme al maggiore Spiro Moisiu e gli altri ufficiali convennero di ritirarsi dal fronte appena fosse cominciata l'offensiva greca e la ritirata delle truppe italiane, con l'ordine di non metter a repentaglio la vita di un sol soldato, insediandosi in posizioni sicure. Infatti il battaglione si ritirò senza alcuna perdita. L'esercito italiano subì una disfatta memorabile che il maresciallo Badoglio avrebbe addebitato al "tradimento dell'esercito albanese".
 
In realtà il disastro fu conseguenza di uno scacco politico in quanto pochi giorni prima dell'attacco italiano il primo ministro greco Metaxas scoprì che alcuni alti ufficiali dell'esercito, nonché funzionari del governo, erano stati corrotti dal ministro degli esteri italiano, conte Ciano, affinché l'esercito ellenico non esercitasse una seria resistenza all'avanzata italiana.
 
Fu così che le personalità corrotte furono sostituite in tempo ed arrestate. Questo fatto spiega anche perché l'attacco fu iniziato con un numero esiguo di unità da parte italiana. Fatto sta comunque che le truppe albanesi furono tolte subito dal fronte. Il comando italiano volle portare davanti al tribunale militare il maggiore Moisiu. Il colonellocolonnello Pervizi, che godeva di grande influenza e reputazione sia nell'esercito che nel popolo si oppose: "Quel tribunale doveva coinvolgere tutto il comando albanese compreso lui".
 
Gli italiani non intrapresero niente, temendo disordini. Il colonellocolonnello col suo staff di ufficiali e una parte delle truppe fu isolato nelle montagne di Puka (Nord d'Albania). Il maggiore Moisiu col suo battaglione fu trasferito à Laç (Albania centrale).
 
=== L'intervento tedesco ===