Massimo Scaligero: differenze tra le versioni
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"Quando scoppiò il razzismo - egli scrive - non nego che fui preoccupato, perché intravvidi subito gli sviluppi assurdi di simile presa di posizione. Tentai di reagire in modo energico, dando a quell'iniziativa un contenuto che la dominasse, un contenuto etico e simbolico (...) Ma il mio tentativo venne sopraffatto dal solito politicismo fanatico (...) Avvenne persino che un osservatore (...) mi accusasse di "antirazzismo mascherato(..) Quello che pensavo allora del razzismo lo penso tuttora: lo ritengo un errore mentale dovuto alla incapacità di distinguere nella coscienza l'elemento interiore indipendente dalla razza" Inoltre, egli scrisse anche che " Ogni problematica razziale denuncia un regresso in senso sociale e una mistificazione della cultura che si pretende sociale (...) La disuguaglianza tra uomo e uomo non è un dato esteriore, ma interiore" (Brano tratto da "La destra e gli ebrei", G.S.Rossi, Rubbettino, 2007).
Coerentemente con l'assunto dell'assoluta libertà interiore di ciascun individuo - non condizionato dalle situazioni esteriori di razza, religione o condizione sociale - egli, per tutta la vita, fu il punto di riferimento di numerosi ricercatori, o "mendicanti" dello Spirito, che aiutò sempre senza alcuna contropartita - né fisica, né psichica, né spirituale - e senza tenere in alcun conto la loro provenienza, il loro status o la loro appartenenza politica.
Sino al 1978 fu direttore responsabile della rivista «East and West», organo dell’Istituto per il Medio ed Estremo Oriente (IsMEO - dal 1996 IsIAO: Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente), fondato dal filosofo fascista Giovanni Gentile e dall’orientalista fascista Giuseppe Tucci.
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