Calogero Vizzini: differenze tra le versioni
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[[Immagine:Don_Calogero_Vizzini.JPG]]
Meglio conosciuto come "Don Calò".
Nacque il 24 Luglio 1877 a Villalba, in provincia di Caltanisetta. Il padre era un agricoltore mentre i suoi fratelli, Giovanni e Giuseppe, diventarono entrambi preti. Diversamente dai fratelli, Calogero non completò le elementari rimanendo un semi-analfabeta.
Rimase a lungo sotto la protezione di Francesco Paolo Varsallona, considerato un uomo d'onore con qualche conto in sospeso con la giustizia. Quando Varsallona fu arrestato nel 1903, il giovane Calogero era già molto conosciuto "nel giro" e fu, dopo poco, condannato a 20 anni per frode, corruzione e diversi omicidi ma scagionato grazie all'intervento di alcuni amici che gli offrirono solidi alibi.
Nel 1931, durante il regime fascista, fu inviato lontano dalla Sicilia perché si sospettava avesse legami strettissimi con la mafia e fece ritorno nella sua terra solo nel 1937. Rispettato da tutti, divenne sindaco di Vallalba alla fine della guerra e molti boss mafiosi incarcerati furono rimessi in libertà proprio da lui che diede, quindi, un contributo importantissimo alla rinascita della nuova mafia.
Creò a Palermo la «Fabbrica di confetti e dolciumi» in società con [[Lucky Luciano]]. La fabbrica, tuttavia, venne chiusa nottetempo a causa di un articolo comparso su un gionale del 1954 in cui si sottolineava l'assai plausibile possibilità che piccole quantità di eroina potessero prendere il posto della mandorla.
«Don» Calò è morto di vecchiaia il 12 luglio 1954, all'età di 77 anni, ed ha lasciato un patrimonio valutato alcuni miliardi, accumulati in meno di dieci anni.
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