Federico Marconcini: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
 
Crebbe fra [[Collegno]] e la [[Valle di Susa]], presso il [[Castello di Bruzolo]], che la sua famiglia possedeva da più di un secolo e dove si stabilì nel 1919, dopo le nozze con Lidia Marconcini Torretta. Lì Federico Marconcini risiedette per gran parte della sua vita, quando non era impegnato con le lezioni universitarie o gli incarichi parlamentari. Uomo dalla profonda fede cristiana, aderì all' [[Azione Cattolica]], nella quale ebbe incarichi rilevanti a livello regionale nel campo della formazione.
Durante la [[Prima guerra mondiale]] venne decorato al valore militare e creato successivamente cavaliere "per merito di guerra" e poi nel 1957 Grande ufficiale dell'[[Ordine al merito della Repubblica Italiana]].
 
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Federico Marconcini compì tutta la sua attività politica nell'ambito del [[Partito Popolare Italiano]] prima e della [[Democrazia Cristiana]] poi. Aderì alle idee di don [[Luigi Sturzo]] fin dalle origini e pose un forte accento sulla politica economica e sulle autonomie locali, anche nel dopoguerra.
Iniziò giovanissimo l'attività politica, sulla scorta della [[Enciclica|Lettera Enciclica]] [[Rerum Novarum]]. Proprio nella chiave della polìs, l'amore per il territorio in cui viveva, va letto l'impegno giornalistico nel settimanale diocesano [[La Valsusa]], fondato nel 1897. Valente oratore, fu tra i fondatori del Partito Popolare Italiano in [[Piemonte]] nel 1919, nel quale ricoprì le cariche di consigliere provinciale, Deputato nella [[XXV Legislatura del Regno d'Italia]] (1919-21), poi della [[XXVI Legislatura del Regno d'Italia|XXVI]] (1921-24) e [[XXVII Legislatura del Regno d'Italia|XXVII]]. Vicino alla [[Casa Savoia|Famiglia Reale]], partecipò alla [[Secessione aventiniana]], fu fermo oppositore del [[fascismo]] e per questo venne perseguitato dal Regime, dichiarato decaduto dalla carica di deputato nel 1926 e costretto a ritirarsi dalla vita politica attiva come [[Alcide de Gasperi]]. Nel 1946 venne eletto consigliere comunale a Torino, poi Senatore nella [[I Legislatura della Repubblica Italiana]] dal 1948 al 1953, e deputato del Collegio di Torino/Novara Vercelli. Optò per il Senato e si dimise dalla carica di consigliere comunale. Nel 1953 ottenne il successo elettorale nel collegio di Torino Centro, ma non venne eletto per via del meccanismo della legge elettorale. Tra il 1951 e il 1965 fu consigliere della Provincia di Torino, sempre con la Democrazia cristiana.
Tra gli incarichi, nel secondo dopoguerra sono da rimarcare la funzione di Capo Delegazione del [[Governo Italiano]] a [[Londra]] per la sistemazione del debito pubblico dell'[[Austria]] e l'essere stato uno dei primi membri italiani del [[Consiglio d'Europa]] a [[Strasburgo]].