Canicattì: differenze tra le versioni

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L'afflusso di denaro portò il fiorire di attività commerciali e, in minor misura, industriali. Comportò, altresì, un sia pur limitato aumento della popolazione (dai 28.094 abitanti del [[1971]] ai 32.344 del [[1991]]), che peraltro assume maggior peso se guardato nella prospettiva locale di uno spopolamento pressoché generalizzato dei centri urbani della Sicilia interna e collinare-montana. Veri e propri fenomeni di immigrazione interna favorirono tale aumento: molti cittadini provengono dai centri vicini, e si sono trasferiti a Canicattì, spesso, dopo avervi studiato, poiché la città è anche sede di diversi istituti di istruzione secondaria (che coprono un largo raggio di tipologie). Era presente anche un'immigrazione interna stagionale, per la raccolta dell'uva, oggi perlopiù sostituita dall'immigrazione dall'estero ([[Romania]] e [[Marocco]], in primo luogo).
Nel [[1997]] è stato riconosciuto dall'[[Unione Europea]] il marchio IGP (indicazione geografica protetta) "Uva da tavola di Canicattì". Nel [[2005]], dopo alcuni anni di inerzia, è stato costituito il Consorzio di Tutela (contattabile presso il Comune di Canicattì) e sono stati attivati i meccanismi di certificazione che hanno portato all'ingresso effettivo dell'uva a marchio IGP sui mercati nazionali e comunitari; ne è conseguito un immediato aumento di valore del prodotto, con evidente vantaggio dell'economia locale.
Negli ultimi anni, però, la monocoltura dell'uva da tavola ha mostrato i suoi lati negativi, accusando fortemente le crisi stagionali e la costante riduzione del prezzo di vendita all'ingrosso (in termini reali, e fino al rialzo del 2005). Sono stati quindi espiantati molti vigneti e si è scesi da una superficie stimata di c.a. 20.000 ettari a una di c.a. 12.000 ettari. Su alcuni dei terreni così liberati sono stati impiantati [[Pesca (frutto)|pescheti]], che dopo alcune stagioni anche largamente positive hanno accusato la mancanza di una politica di ampio respiro e, più concretamente, di strutture per la conservazione e il trattamento del delicato frutto. I pescheti sono estesi per c.a. 2.000 ha, e cominciano a diffondersi le coltivazioni di [albicocca[|albicocche]] e di uva da mosto. Quest'ultima - presente soprattutto con il vitigno "[[Nero d'Avola]]" - produce alcuni ottimi vini e il settore sembra offrire qualche spunto d'ottimismo, rafforzato, per l'uva da tavola, dall'avvio della produzione IGP, la cui qualità può spuntare sul mercato prezzi ben più alti di quella priva di certificazione europea.
Nonostante le difficoltà del comparto agricolo, apparse gravi negli anni successivi al [[2001]], l'agricoltura rimane, finora, la prima attività economica del comune, con circa il 28% degli occupati. Segue il commercio con il 21%, la pubblica amministrazione con il 9%, l'industria edile con l'8,5%, l'industria manifatturiera con l'8%, l'istruzione con l'8%, le intermediazioni con il 4,6%, i trasporti e le comunicazioni con il 3,7%, gli affari immobiliari con il 3,3%, la sanità con il 3%, gli altri servizi pubblici con il 3% e gli esercizi alberghieri e di ristorazione con il 2%.