William Westmoreland: differenze tra le versioni
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Durante il [[1967]], Westmoreland, grazie al continuo afflusso di nuove truppe, autorizzato dal presidente Johnson spesso con riluttanza e dopo estenuanti discussioni al vertice, perseguì ancora con decisione la sua strategia basate su sempre più vaste operazioni combinate. Le nuove operazioni mirarono: alla ricerca e distruzione del "mitico" (e forse inesistente) Quartier generale vietcong (Operazione "Junction City"); a impedire le inflitrazioni attraverso la zona smilitarizzata (Operazioni "Buffalo" e "Hickory" che diedero origine alla dura [[Battaglia di Con Thien]], che mise in serie difficoltà i Marines), a schiacciare le forze nordvietnamite che si infiltravano attraverso il [[Sentiero di Ho Chi Minh]] (Operazioni "Francis Marion" e "MacArthur", che diedero origine alla sanguinosa [[Battaglia di Dak To]]).
Apparentemente tutte queste operazioni, decise da Westmoreland e dirette dai suoi principali generali sul campo (Jonathan Seaman, [[Frederick Weyand]], William Rosson, [[William DePuy]]) terminarono con sonanti successi tattici americani e le perdite stimate del nemico furono elevatissime (il MAC-V diffuse la cifra di 90.000 morti nemici nel solo 1967); tuttavia le difficoltà strategiche rimasero e si accentuarono anche, a causa della apparente inesauribilità del nemico, del logorio a cui erano sottoposti anche i soldati americani (saliti a oltre 450.000 al termine del 1967, con 9.100 morti durante l'anno); e all'incremento (nonostante tutti gli sforzi americani) delle truppe regolari nordvietnamite infiltrate al sud.
=== Crisi in Vietnam ===
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