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[[Immagine:Constantine arch datation.svg|thumb|right|250px|I rilievi dell'arco di Costantino, reimpieghi da edifici degli imperatori precedenti: in verde di epoca traianea, in giallo di epoca adrianea, in azzurro dell'epoca di Marco Aurelio; a questi si aggiungono i rilievi di epoca costantiniana, appositamente scolpiti per l'arco, in rosso. Anche la maggior parte degli elementi della decorazione architettonica e persino dei blocchi della muratura, sono costituiti da materiale di reimpiego di diversa provenienza.]]
 
Il riutilizzo di materiali da costruzioni precedenti non fu molto diffuso in epoca tardo-[[Repubblica romana|repubblicana]] e nei primi secoli dell'[[Impero romano|impero]], a causa del carattere propagandistico di molte costruzioni pubbliche, destinate a celebrare i personaggi che le avevano finanziate. Una sempre maggiore disponibilità di pietre provenienti dalle cave, e in particolare di pregiate varietà di [[Storia del marmo nell'età antica|marmo]], provenienti dalle diverse [[Provincia romana|province]] dell'impero, rendeva inutile lo sforzo di riadattare materiali precedenti Fanno eccezione le parti della costruzione non visibili al pubblico, come le [[fondazione|fondazioni]], o i ''coementa'' del nucleo in [[Opera cementizia|cementizio]] della muratura, dove i blocchi di edifici precedenti eventualmente disponibili sul posto potevano essere fatti a pezzi e riutilizzati nella funzione di materiale edilizio indifferenziato.
 
Nel [[III secolo]], tuttavia, con la [[Crisi del III secolo|crisi dell'impero]], si ebbe una minore disponibilità di pietre prodotte dalle cave e si iniziarono a riutilizzare blocchi di marmo provenienti da altre costruzioni. Quest'uso assunse forme sempre più visibili, in particolare per gli elementi degli [[Ordine architettonico|ordini architettonici]] (capitelli, fusti, trabeazioni) e per i rilievi scolpiti, che arrivarono ad essere riutilizzati nella medesima funzione che avevano nell'edificio originario.
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==Il reimpiego in epoca medioevale==
[[Immagine:San_Giorgio_in_Velabro_San Giorgio in Velabro -_Interno Interno.JPG|thumb|right|250px|Interno della chiesa di San Giorgio in Velabro, con fusti e capitelli provenienti da diversi edifici romani.]]
In epoca medioevale il materiale sottratto ad venne in alcuni casi riutilizzato programmaticamente, come simbolo di prestigio e di potere e come richiamo e riferimento del presente alla passata grandezza di Roma antica.
 
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<small>(in ordine cronologico di pubblicazione)</small>
*{{de}} F. W. Deichmann, ''Die Spolien in der spätantike Architektur'', Munich, 1975.
*S. Settis, "Continuità, distanza e conoscenza. Tre usi dell'antico. L'uso dell'antico nel medioevoMedioevo", in S. Settis (a cura di), ''Memoria dell'antico nell'Arte Italiana'', III, Torino 1986, pp. 375-486.
*{{en}} B. Brenk, "Spolia from Constantine to Charlemagne: Aesthetics versus Ideology", in ''Dumbarton Oaks Papers'' 41, 1987, pp. 103-109.
*{{en}} M. Greenhalgh, ''The Survival of Roman Antiquities in the Middle Ages'', London, 1989 ([http://rubens.anu.edu.au/new/books_and_papers/survival.publish/ disponibile on-line]).
*P. Pensabene, "Contributi per una ricerca sul reimpiego e il recupero dell’anticodell'antico nel Medioevo. Il reimpiego nell’architetturanell'architettura normanna" in ''Rivista dell'Istituto nazionale di archeologia e storia dell'arte'', III, 13, 1990.
*P. Pensabene, "Cause e significati del reimpiego a Roma", in ''1983 - 1993: dieci anni di archeologia cristiana in Italia. Atti del VII Congresso nazionale di archeologia cristiana (Cassino, 20/24 settembre 1993), Cassino 2003.
*{{en}} J. Alchermes, "Spolia in Roman Cities of the Late Empire: Legislative Rationales and Architectural Reuse," in ''Dumbarton Oaks Papers'', 48, 1994, pp.167-78.
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*{{en}} H. Saradi, "The Use of Spolia in Byzantine Monuments: the Archaeological and Literary Evidence," in ''International Journal of the Classical Tradition'', 3, 1997, pp. 395-423.
*{{en}} J. Elsner, "From the Culture of Spolia to the Cult of Relics: The Arch of Constantine and the Genesis of Late Antique Forms," in ''Papers of the British School at Rome'', 68, 2000, pp. 149-184.
*{{de}} H.-R. Meier, "Vom Siegeszeichen zum Lüftungsschacht: Spolien als Erinnerungsträger in der Architektur," in Hans-Rudolf Meier, Marion Wohlleben (a cura di), ''Bauten und Orte als Träger von Erinnerung: Die Erinnerungsdebatte und die Denkmalpflege'', Zürich, 2000, pp. 87–9887&nbsp;– 98.
*{{en}} D. Kinney, "Roman Architectural Spolia," in ''Proceedings of the American Philosophical Society'', 145, 2001, pp. 138-161.
*{{en}} M. Fabricius Hansen, ''The eloquence of appropriation: prolegomena to an understanding of spolia in early Christian Rome'', Rome, 2003.
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==Collegamenti esterni==
*[http://www.spolia.it/online/it/argomenti/archeologia/materiale_antico/1997/riuso.htm Il reimpiego dall’eta’dall’età tardo-repubblicana al V secolo d.c. secondo le ultime considerazioni di P. Pensabene] (di S. Violante) in ''Spolia. Journal of Medieval Studies''.
*[http://www.sbvibonese.vv.it/sezionet/pag287_t.aspx Il reimpiego di materiale classico:i capitelli di Mileto] sul sito del Sistema Bibliotecario Vibonese