Nonviolenza: differenze tra le versioni

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Il termine '''nonviolenza''' è la traduzione letterale del termine sanscrito ''ahimsa'', composto da ''a'' privativa e ''himsa'': danno, violenza. La parola ''ahimsa'' implica una sfumatura intenzionale che si potrebbe rendere con “assenza"assenza del desiderio di nuocere, di uccidere”uccidere". Altre proposte, per esempio "innocenza", sembrano perdere qualcosa del significato originario. In Italia è stato [[Aldo Capitini]] a proporre di scrivere la parola senza il trattino separatore, per sottolineare come la nonviolenza non sia semplice negazione della violenza bensì un valore autonomo e positivo. [[Gandhi]] sottolineava proprio questo elemento negativo: «In effetti la stessa espressione “non-violenza”, un’espressione negativa, sta ad indicare uno sforzo diretto ad eliminare la violenza che è inevitabile nella vita.» (Gandhi, Teoria e pratica della non-violenza, p.77). Chi segue la nonviolenza è detto ''nonviolento''.
 
L’espressione [[resistenza passiva]] era usata dallo stesso [[Gandhi]] fino a quando si rese conto che l’espressione correva il rischio di far pensare a un [[pacifismo]] di tipo religioso, inerte di fronte all’ingiustizia. Inoltre [[Gandhi]] voleva una parola indiana per una forma di lotta indiana.