Naviglio Grande: differenze tra le versioni

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Il Naviglio Grande è stata la prima opera del genere a essere realizzata in Europa e storicamente è il più importante dei Navigli milanesi, nonché una delle grandi infrastrutture di ingegneria che sin dall'alto Medioevo caratterizzavano, con strade, ponti e irrigazione, il territorio lombardo, consentendo lo sviluppo dei commerci, dei trasporti e dell'agricoltura.
 
Secondo diversi storici, le origini del Naviglio Grande si collegano ad un canale scavato da [[Abbiategrasso]] a [[Landriano]] ([[Lambro Meridionale]], al confine col territorio di Pavia a difesa dalle incursioni del Barbarossa. Da dove il canale derivasse le acque è incerto: forse dall'[[Olona]] naturale, dal [[Mischia]] (una roggia che scorre da Abbiategrasso a Milano passando da [[Cisliano]]<ref>Pierino Boselli, Toponimi Lombardi, SugarCo, Milano, 1977.</ref>arricchita da varie risorgive) o, infine, direttamente dal Ticino. Certa invece è la data di costruzione, il [[1152]], e l'artefice, Guglielmo da Guintellino, architetto militare genovese che tra il [[1156]] e il [[1158]] realizzà il fossato a difesa della città e, con il materiale di riporto degli scavi, costrui bastioni fortificati<ref>Il fossato, con l'intera città, fu distrutto nel [[1162]] dal Barbarossa e ricostruito nel [[1167]] dai milanesiMilanesi e dai loro alleati della Lega Lombarda.</ref>. A Milano esiste ancora oggi via Terraggio, parallela alla fossa interna, che prese il nome dal terrapieno (''terraggio'' appunto) che aveva a ridosso e che risaliva a quell'epoca.<ref>Pierino Boselli, opera citata.</ref>
 
I cronisti e le cronache del duecento narrano diffusamente dell'inizio dei lavori per il ''navigium de Gazano'', ma si dividono su due date, il [[1177]]<ref>''Annales Mediolanenses Minores, Cronaca Danielis, Notae Sanctii Georgii, Memorie Mediolanenses''</ref> e il [[1179]]<ref>Galvano Fiamma, ''Flos FlorumCorsivo''.</ref>. Quelli del XVI secolo si dividono anch'essi e per il 1177 propendono il
Cantù e alcuni moderni. Non ci sono invece dubbi sul fatto che nel [[1187]] il naviglio fosse giunto a Trezzano e nel [[1211]] alle porte di Milano, a Sant'Eustorgio, nei pressi dell'attuale porta Ticinese.
 
===Il linciaggio del podestà===
 
Il canale non era navigabile e per un certo periodo prevalse la sua funzione irrigua. Questa è la conclusione cui giunge [[Gerolamo Biscaro]] sull'insieme dei documenti esistenti.<ref>Gli antichi navigli milanesi, Archivio storico lombardo, 1908. Volume X</ref> Lo divenne nel [[1272]], quando furono terminati, da Maestro Giacomo Arribotti<ref>Caldara e Gutierrez, Dalla città di S. Ambrogio alla regina del mare, Milano 1920.</ref> i lavori di ampliamento e abbassamento del fondo ordinati nel [[1257]] dal podestà [[Beno de' Gozzadini]]: per finanziare i lavori, il Gozzadini impose nuove tasse; al termine del mandato, il suo operato fu sottoposto al giudizio dell'assemblea dei cittadini che giudicando esose tali tasse gliene chiesero la restituzione. Come ciò non avvenne, lo condannarono a morte e lo linciarono.
 
Dal 1272, il Naviglio Grande fu percorso da una flottiglia di barche che, con i loro carichi, rivoluzionarono vita e abitudini di una vasta regione. Il canale non era ancora collegato al fossato che circondava la città<ref>Diventerà la ''fossa interna'' con l'espandersi della città e la costruzione delle mura spagnole ([[1560]].</ref>; ciò avverrà dopo oltre un secolo per le esigenze della [[veneranda Fabbrica del Duomo]].
 
Nel [[1502]] viene affidato a [[Giovanni Antonio Amadeo]], capo degli architetti della Fabbrica del duomo, coadiuvato da [[Lazzaro Palazzi]] e [[Ambrogio della Valle]] il compito di ''removere, purgare e spazare dicto navilio et redurlo in debita forma per lo navigare''.<ref>C. Ferrari da PassegnoPassagno, Storia della Veneranda Fabbrica del Duomo, Milano,1973.</ref> É una sorte di manutenzione straordinaria che riguarda anche sponde, ponti e soprattutto la profondità dell'acqua.
 
===Il rifacimento dell'incile===
 
Nel [[1585]], tocca a [[Giuseppe Meda]], [[Pellegrino Tibaldi]] e [[Martino Bassi]] mettere mano alle opere di presa impiegando le "moderne" arti del costruire. Vengono rifatti lo sperone, alto due metri sull'acua e ricoperto di pietra, che in pratica costituisce l'inizio della sponda destra del naviglio, e la ''paladella'', la diga che costruita diagonalmente sul fondo divide il flusso dell'acqua in due correnti, l'una verso il canale e la seconda che scorre liberamente a valle (la cosiddetta ''bocca di Pavia''). In condizioni ordinarie il suo culmine è di poco sotto il pelo dell'acqua ed emerge durante le magre; si protende per 280 metri, circa due terzi dell'alveo, ed è ricoperta di granito. L'impianto non è sostanzialmente diverso dall'originale, ma tecniche e materiali danno un manufatto assai più robusto, in grado di reggere piene rilevanti, garantendo la continuità della navigazione.<ref>M.Comincini, Il Naviglio Grande, Abbiategrasso, 1981.</ref>
Oggi è ancora aperta la questione se il Naviglio Grande fu concepito come canale irriguo o navigabile: il nome ''navigium'' (= navigare) e il tortuoso percorso iniziale, allungato ad arte per addolcirne le pendenze, farebbero propendere per la seconda ipotesi; la grande portata alla presa dal Ticino per la prima. D'altra parte è scontato che, alla presenza di un generoso adduttore d'acqua, l'uso irriguo si imponesse automaticamente a prescindere dalle originarie intenzioni. Certamente sono state le due funzioni abbinate a conferire al Naviglio Grande lo straordinario ruolo che ha giocato.
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===Irrigazione e trasporti===
 
L'apporto delle acque del naviglio si raccordò efficacemente con la secolare opera di bonifica e di irrigazione dei monaci di [[Chiaravalle]], di [[Morimondo]] e delle altre abbazie che avevano operato a sud di Milano. La semplificazione dei trasporti non facilitava soltanto i piccoli commerci che prima si svolgevano via terra, ma ne ampliava il raggio d'azione e ne arricchiva il catalogo, diffondendo il benessere. Il bisogno di legname della città, ad esempio, consentì il diboscamento e la creazione di nuovi spazi per l'agricoltura:; l'afflusso di materie prime favorì il consolidarsi di arti e mestieri prima sacrificati. Questa situazione, fondamentale per le fortune di Milano, durò per secoli.
Da Milano con l'utilizzo di ''"barconi"'' chiamati '''cagnone, mezzane o borcelli''' a seconda delle dimensioni e delle portate<ref>50 tonnellate per le prime, lunghe più di 24 metri, 40 t e 18 m per le seconde e 20 per le ultime, lunghe 16</ref>, risalivano verso il [[Lago Maggiore]] e la [[Svizzera]] sale, grano, vini, manufatti, tessuti, stoviglie, letami e ceneri; a [[Milano]] giungevano bestiame, formaggi, fieno, carbone, legname e, dal [[Lago Maggiore]], sabbia, marmi, graniti e pietre da costruzione.
 
Dopo la chiusura alla navigazione commerciale, il Naviglio Grande è stato restituito alla sua prima funzione. Le sue centosedici bocche (quattro sole in sponda sinistra) danno ancora acqua a vaste estensioni di prato e colture nel Milanese e nel Pavese, anche se a causa dell'urbanizzazione non si tratta più delle oltre 580.000 pertiche di un tempo. L'acqua del naviglio alimenta, da Abbiategrasso, il [[cavo Ticinello]] e il [[naviglio di Bereguardo]] e poi la darsena a Milano da cui originano il [[naviglio Pavese]] e un secondo cavo Ticinello che ne costituisce il naturale scolmatore, ricongiungendosi alla [[Vettabbia]].
 
Da Milano con l'utilizzo di ''"barconi"'' chiamati '''cagnone, mezzane o borcelli''' a seconda delle dimensioni, risalivano verso il [[Lago Maggiore]] e la [[Svizzera]] sale, grano, vini, manufatti, tessuti, stoviglie, letami e ceneri; a [[Milano]] giungevano bestiame, formaggi, fieno, carbone, legname e, dal [[Lago Maggiore]], sabbia, marmi, graniti e pietre da costruzione.
 
===Approvvigionamento di materiali per il Duomo===
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Il 15 marzo 1386, l'arcivescovo di Milano [[Antonio da Saluzzo]] pose la prima pietra del nuovo duomo della città; doveva essere un grande edificio di mattoni tipico del gotico lombardo. L'anno successivo [[Gian Galeazzo Visconti]], che vuole per la sua capitale un monumento superbo, "impone"si accorda con l'arcivescovo per una costruzione in marmo nel solco delle grandi cattedrali europee del tempo. Dona per questo alla Fabbrica del Duomo le cave di [[Candoglia]], oltre alla facoltà di cavare pietre dove si trovino, e, nel [[1388]], il diritto a unal trasporto esente da dazi e gabelle per tutto quanto sarà necessario all'edificazione. Candoglia è sul [[Toce]], sulla sponda destra del [[lago Maggiore]] e il marmo arriverà a Milano via acqua passando dal lago al Ticino e poi al Naviglio Grande fino al laghetto di Sant'Eustorgio. RestaSono undoni buongenerosi trattoma vianon terradel etutto cos1disinteressati, siperché decided'ora diin prolungareavanti ilsarà navigliola fino nei pressiFabbrica del cantiere: si scava un bacinoduomo a Santooccuparsi Stefanodella emanutenzione lo si collega aldel naviglio attraverso la fossa difensiva dove è stata portata la via d'acqua.
La risalita è comunque difficile per il dislivello tra il centro e l'allora margine meridionale di Milano e per superarlo si adotta una complicata manovra. La fossa è alimentata da Seveso e Nirone e sfoga le acque in eccesso in canali irrigui: basterà sbarrare il naviglio alle spalle dei barconi con una diga mobile, e chiudere le bocche di deflusso della cerchia, perché l'acqua si alzi quanto basta a portarli agevolmente al nuovo approdo. Risolto però un problema, se ne crea un altro, perché il blocco degli scolmatori mette in secca i canali irrigui. A risolverlo riusciranno, nel [[1438]], [[Filippino degli Organi]] e [[Aristotele Fioravanti]], ingegneri della Fabbrica del Duomo. Con due chiuse invece di una, isolando un segmento del naviglio lungo quanto bastava ad accogliere il barcone, e allagando da monte soltanto quella si sollevava il natante al livello desiderato. Avevano ideato la '''conca''', il dispositivo idraulico che in pochi anni avrebbe rivoluzionato la navigazione interna.
 
Resta un buon tratto via terra e così si decide di prolungare il canale fino nei pressi del cantiere: si scava un bacino a Santo Stefano e lo si collega al naviglio attraverso la fossa difensiva dove è stata portata la via d'acqua. La risalita è comunque difficile per il dislivello<ref>Si tratta di tre metri e, per rendere la fossa agevolmente navigabile ne occorreranno altre.</ref> tra il centro e l'allora margine meridionale di Milano e per superarlo si adotta una complicata manovra. La fossa è alimentata da Seveso e Nirone e sfoga le acque in eccesso in canali irrigui: basterà sbarrare il naviglio alle spalle dei barconi con una diga mobile, e chiudere le bocche di deflusso della cerchia, perché l'acqua si alzi quanto basta a portarli agevolmente al nuovo approdo. Risolto però un problema, se ne crea un altro, perché il blocco degli scolmatori mette in secca i canali irrigui. A risolverlo riusciranno, nel [[1438]], [[Filippino degli Organi]] e [[Aristotele Fioravanti]], ingegneri della Fabbrica del Duomo. Con due chiuse invece di una, isolando un segmento del naviglio lungo quanto bastava ad accogliere il barcone, e allagando da monte soltanto quella si sollevava il natante al livello desiderato. Avevano ideato la '''conca''', il dispositivo idraulico che in pochi anni avrebbe rivoluzionato la navigazione interna.
mportante perché con la costruzione del Duomo non solo il Naviglio Grande si afferma come la prima e più preziosa via di comunicazione di [[Milano]], ma dimostra che il trasporto sull'acqua può moltiplicarsi e costruire una rete di idrovie al servizio di tutta la regione.
 
===Esigenze militari===