Dossier Mitrochin: differenze tra le versioni
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* Luciano Raimondi - addetto culturale presso l'Ambasciata italiana in Messico, di nota fede comunista, reclutato dal KGB (scheda 150);
* Libero Rovaglio - funzionario del Ministero degli Esteri, tramite il KGB sarebbe stato reclutato dai Servizi albanesi. Poi avrebbe fornito al KGB codici, cifrari, documenti e copie provenienti dall'Ambasciata italiana, circolari segrete ed istruzioni del Ministero della Difesa e di quello degli Esteri (scheda 178);
* Giorgio Conforto - già dipendente del Ministero degli Esteri, il quale avrebbe reclutato "Topo", "Inga", "Suza" e "Venetsianka". Nel 1968 sarebbe stato "congelato" dal KGB e gli sarebbe stata assegnata una pensione a vita di 180 rubli. Nel 1975, a ricompensa di 40 anni di collaborazione con il KGB, egli e la moglie furono insigniti dell'[[Ordine della Stella Rossa]]. Nel 1979 la di lui figlia Giuliana fu arrestata con due terroristi delle [[Brigate Rosse]] ([[Valerio Morucci]] e [[Adriana Faranda]]), cui aveva offerto ospitalità, e nella casa fu ritrovata una mitraglietta dello stesso tipo di quella impiegata per uccidere [[Aldo Moro]]. La stessa scheda (scheda 142) tuttavia afferma che "''La donna aveva funto da custode di un appartamento adoperato dai terroristi e, come si chiarì in seguito, era stata usata dal KGB a sua insaputa. Conforto non sapeva del legame di sua figlia con i terroristi e si trovava nell'appartamento della figlia quando questa venne arrestata insieme alle altre due terroriste.''", negando quindi un loro coinvogimento con le BR. Proprio a causa di questi avvenimenti Conforto fu nuovamente "congelato" nel timore che eventuali indagini relative all'arresto della figlia si estendessero anche a lui.
* Italo Papini - funzionario del Ministero degli Affari esteri accreditato all'Ambasciata italiana a Mosca. Era sposato con una cittadina sovietica. A Mosca gli sarebbe stato teso un tranello, in quanto sarebbe stato attirato in una relazione segreta da una donna agente del KGB ed i loro incontri sessuali sarebbero stati fotografati. Un altro agente avrebbe strumentalizzato tale relazione, inventando il fatto che la donna, rimasta incinta, era stata operata ed era rimasta invalida ed i suoi parenti erano intenzionati a rivolgersi all'Ambasciata italiana. Avrebbe aggiunto che vi erano altre fotografie che riproducevano rapporti sessuali di Papini con una sua domestica, anch'essa sovietica. Sarebbe stato così costretto a fare l'informatore del KGB, ed avrebbe parlato di manipolazioni finanziarie dell'Ambasciata italiana (rubli contrabbandati all'estero). Poi avrebbe collaborato con il KGB dall'Italia, venendo retribuito con 500 dollari (scheda 173);
* Vincenzo Marazzuita ("Metsenat") - prefetto con incarico importante presso la Presidenza del Consiglio, indicato come agente del KGB, che sarebbe stato retribuito con 170 rubli mensili, e pensionato nel 1980 con una liquidazione di 1.500 dollari. Strelkov Vladimir Evgenijevic, interprete russo della lingua italiana che lavorava per il KGB, in un interrogatorio ha dichiarato che Marazzuita veniva retribuito con 40-60.000 lire mensili per le informazioni fornite (scheda 214).
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