Volontà: differenze tra le versioni
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Il male quindi non dipende da una libera volontà, ma è la conseguenza dell'ignoranza umana che scambia il male per bene, proiettando quest'ultimo sui piaceri o su qualità esteriori.
[[Platone]] appronfondì questo aspetto dell'etica socratica, in particolare nel [[mito della Caverna]], sostenendo come la volontà abbia come suo unico oggetto il Bene, dato che il male è un semplice non-essere. Non si può scegliere ciò che non è: di qui la contrapposizione tra la volontà attiva dei pochi che si volgono verso il mondo delle [[idee]], spinti dal desiderio dell'[[eros (filosofia)|''eros'']], e la passività di coloro che rimangono relegati nell'antro della caverna, schiavi dell'ignoranza.<ref>Platone, ''La Repubblica'', libro VII.</ref>
Anche per [[Aristotele]] un'azione volontaria e libera è quella che nasce dall'individuo e non da condizionanti fattori esterni, purchè sia predisposta dal soggetto con un'adeguata conoscenza di tutte le circostanze particolari che contornano la scelta: tanto più accurata sarà questa indagine tanto più libera sarà la scelta corrispondente.<ref>Aristotele, ''Etica Nicomachea'', III, 1.</ref>
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[[File:Antonello da Messina 009.jpg|thumb|100px|Agostino d'Ippona]]
[[File:Saint Thomas Aquinas.jpg|100px|thumb|Tommaso d'Aquino]]▼
Permase tuttavia l'aspetto conoscitivo della volontà, che si verifica attraverso un'illuminazione dell'intelletto per opera dello [[Spirito Santo]]. Volontà e conoscenza rimasero così per [[Sant'Agostino d'Ippona|Agostino]] indissolubilmente legati: non si può credere senza capire, e non si può capire senza credere.<ref>Questo è il senso della celebre affermazione agostiniana ''[[credo ut intelligam]]'', e ''[[intelligo ut credam]]''.</ref> La virtù che ne scaturisce divenne così la volontà di aderire al disegno divino.
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====Intelletto e volontà nella Scolastica====
▲[[File:Saint Thomas Aquinas.jpg|100px|thumb|Tommaso d'Aquino]]
Il connubio tra intelletto e volontà permase nelle opere di [[Scoto Eriugena]], e soprattutto di [[Tommaso d'Aquino]], secondo cui il libero arbitrio non è in contraddizione con la [[predestinazione]] alla salvezza, poiché la libertà umana e l'azione divina della Grazia tendono ad unico fine, ed hanno una medesima causa, cioè Dio. Tommaso, come [[Bonaventura da Bagnoregio]], sostenne inoltre che l'uomo ha [[sinderesi]], ovvero la naturale disposizione e tendenza al bene e alla conoscenza di tale bene. Per Bonaventura tuttavia la volontà ha il primato sull'intelletto.
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===Schopenhauer e Nietzsche===
[[File:Schopenhauer.jpg|thumb|110px|Schopenhauer]]
Il tema della volontà è centrale nel pensiero di [[Schopenhauer]], il quale, riprendendo Kant, sostenne che l'essenza del [[noumeno]] è proprio la volontà. In polemica contro Hegel, secondo Schopenauer la natura, il mondo, non hanno un'origine razionale, ma nascono da un istinto irrazionale di vita, da una pulsione informe e incontrollata che è appunto volontà. Non c'è dunque spazio per l'ottimismo della ragione, dal momento che questa volontà di vivere sfrenata e arbitraria è causa di sofferenza. Da questa se ne esce attraverso la [[sublimazione]] e la presa di coscienza che il mondo è l'oggettivazione della volontà, cioè è una mia stessa rappresentazione, fenomenica e illusoria ([[velo di Maya]]): concetto di origine orientale e in parte [[neoplatonismo|neoplatonica]], che si traduce nel desiderio della vita stessa ([[eros (filosofia)|''eros'']]) di diventare finalmente consapevole di sé; questa consapevolezza coincide con l'auto-negazione della volontà e permette così di uscire dal ciclo insensato dei [[desiderio|desideri]], morti e rinascite.
A differenza di Schopenauer, [[Nietzsche]] esaltava questa volontà di vivere sfrenata e irrazionale, ponendo in primo piano il valore dell'aspetto vitale e "[[spirito dionisiaco|dionisiaco]]" dell'essere umano, in contrapposizione a quello riflessivo e "[[spirito apollineo|apollineo]]". Solo dalla [[volontà di potenza]], cioè dalla volontà che vuole se stessa e il proprio accrescimento senza sosta, nasce la possibilità infinita del rinnovamento e della vita. La rigidità della ragione, viceversa, che costringe la realtà dentro uno schema, è una non-volontà, alleata della morte perchè nega la possibilità del cambiamento che è l'essenza della volontà. La volontà di potenza pertanto non si afferma come desiderio concreto di uno o più oggetti specifici, ma come il meccanismo del desiderio nel suo stesso funzionamento incessante: fermarsi sarebbe negare se stessa.
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==Voci correlate==
*[[Desiderio]]
*[[Elicito]]
*[[Etica]]
*[[Volontà di potenza]]
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