Gli anni avanzano per E. Malfatti e contemporaneamente gran parte di quel mondo da lui descritto e che divertito affollava la platea dei suoi spettacoli inesorabilmente svanisce. Le generazioni successive comprendono molto meno il [[vernacolo]] e diversa è la sensibilità e il gusto. I rivali di palcoscenico ne approfittano per guadagnare consensi e ribaltare i risultati di botteghino, forti di compagnie più variegate e numerose, di idee più giovani, ma caratterizzate anche da una comicità meno raffinata e più spicciola.
E. Malfatti si trova artisticamente solo, avverte critiche e calo di consensi e nel 1984 preferisce abbandonare le scene.
Si rivolge allora verso i giovani, insegnando loro la recitazione ede trucchi del teatro.
Nel 1988 dalle ceneri mai sopite del suo palcoscenico, risorge come fenice l'Egisto poeta e scrittore, libero di esprimersi senza più vincoli di botteghino, tempi di teatro o strette quinte di palcoscenico.