Critiche ai Testimoni di Geova: differenze tra le versioni

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Non vengono considerati cristiani neanche dalle [[Chiese evangeliche]], le quali fanno notare che il culto dei testimoni di Geova, nonostante dichiari di basare le proprie dottrine esclusivamente sulla Bibbia, in realtà oltre alla propria traduzione della Bibbia (''[[Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture]]''), usa quasi sempre dei libri o delle pubblicazioni (scritti di Russell e scritti di Rutherfod in passato, pubblicazioni del Corpo Direttivo attualmente) per commentarla o interpretarla a cui attribuisce più importanza della Bibbia stessa. Inoltre ritengono che tale culto usi principalmente soltanto alcuni passi, versetti o libri della Bibbia, trascurandone altri ben più importanti o essenziali per la fede, oltre che il contesto generale.<ref>http://www.apocalypsesoon.org/I/i-7.html</ref>
 
I testimoni di Geova, pur credendo in Gesù Cristo come Figlio di Dio e [[Messia]] del genere umano, non accettano la formula del [[Concilio di Nicea]] ([[325]]) che loro considerano asservito al potere politico di Costantino. Non credono quindi nella dottrina della Trinità, accettata dalla maggior parte delle chiese cristiane, anche se queste chiese non sono d'accordo nella interpretazione della Trinità.
Nella loro traduzione della Bibbia si presentano alcune modifiche rispetto all'originale testo greco e alle altre traduzioni.<ref>Ad esempio
* [[Vangelo secondo Giovanni|Giovanni]] {{Passo biblico|Gv|1,1}} la TNM traduce "La parola era un dio" (con minuscola)
* [[Vangelo secondo Giovanni|Giovanni]] {{Passo biblico|Gv|14,14}}: TNM traduce "Se voi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò." omettendo "mi" presente nel testo greco ἐάν τι αἰτήσητέ ''με' ἐν τῷ ὀνόματί μου ἐγὼ ποιήσω. "Se voi mi chiederete qualche cosa..."), negando così la divinità di Cristo.</ref><ref>Inoltre è interessante notare che in [http://www.intratext.com/IXT/ITA0001/__PX7.HTM Romani 10,13] ("Chiunque invocherà il nome del Signore, sarà salvato") viene riportata una citazione tratta dal libro di Gioele -il quale contiene il tetragramma ebraico JHWH- che viene applicata a Gesù. I testimoni di Geova hanno inserito "Geova" al posto di Kirios ("Signore") per avvalorare la tesi che la citazione sia riferita solamente al Padre. In realtà, basta leggere le righe precedenti e successive per rendersi conto che la citazione (e il Nome "Geova") viene applicato a Gesù Cristo.</ref>
<ref>Altra interessante questione è sollevata dalla traduzione del verbo greco προσκυνέω (''proskynéo'', adorare). Infatti, benché nel testo greco venga utilizzato in diversi casi riferito a Gesù (Mt. 2,2; Mt. 8,2, Mt. 28,9; Lc. 24,52.) essi traducono con ''rendere omaggio'' (diversamente dalla traduzione che operano quando si riferisce a Dio Padre, agli idoli e a Satana: in questi casi, sempre la loro traduzione rende ''proskynéo'' con ''adorare'').</ref>
 
Secondo i critici, si riprendono le idee dell'[[arianesimo]], senza però risolvere la questione posta da Agostino, ovvero: se Dio crea attraverso la Parola, come avrebbe "creato" la Parola? Per le Chiese Cristiane infatti Gesù Cristo è [[generato]], non [[creato]].
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Nel particolare: i testimoni di Geova, come le chiese cristiane Cattolica, Ortodossa e Protestante affermano che il Padre, cioè [[Tetragramma Biblico|Geova]] è la Causa Prima, auto-esistente, eterno e assolutamente libero e onnipotente. Ma dissentono da esse ritenendo che il fatto che il Figlio abbia preso parte all'opera creativa non fa di lui <!-- Dio visto che dopo si parla di 'creare' è più corretto --> un Creatore come il Padre, ma sia piuttosto una creatura. Il potere di creare viene dal Padre tramite la sua "forza attiva" (il termine con cui dai testimoni viene definito lo Spirito Santo che pertanto non sarebbe neanche lui "Dio").
Essi ribadiscono dunque, in larga parte, le conclusioni a cui era arrivato [[Ario]], fondatore dell'[[Arianesimo]], dove, in linea con la filosofia greca, Gesù, derivando dal Padre, doveva essere necessariamente inferiore. Ario rifiutava quindi la nuova dottrina elaborata dai [[Padri della Chiesa]] la quale invece minava seriamente i presupposti della filosofia greca, con la quale non poteva conciliarsi la nuova filosofia cristiana, il nuovo pensiero cristiano<ref>Sulle contraddizioni tra Trinità e filosofia greca si veda: Guido de Ruggiero, ''La filosofia del cristianesimo'' vol. II, Laterza, Bari, 1967, pp. 5-30</ref>, nonostante i Testimoni accusino le Chiese Cristiane di aver elaborato l'idea della Trinità perché influenzati dalla filosofia greca, mentre il grande storico della filosofia [[Guido De Ruggiero]], ha attentamente spiegato che erano proprio i cristiani influenzati dal pensiero precedente ad elaborare dottrine diverse dalla Trinità. Scrive in proposito De Ruggiero: "''L'emanatismo neoplatonico concepisce a questa guisa le sue ipostasi; e i pensatori cristiani, che, come Origene, sono più fedeli alla filosofia greca, accettano la legge, ammettendo la subordinazione del Figlio in rapporto al Padre''".<ref>Guido de Ruggiero, ''La filosofia del cristianesimo'' vol. II, Laterza, Bari, 1967, p. 10</ref>
 
===Vita dopo la morte===