Adelardo di Bath: differenze tra le versioni

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Le ''Quaestiones Naturales'' sono una risposta alle domande del nipote su cosa Adelardo avesse imparato dai suoi studi sugli [[arabi]], mentre le altre due opere sono sugli studi su greci e inglesi. In queste opere Adelardo spiega anche le sue teorie originali, a proposito della forma della [[Terra]] (che creda fosse sferica) e come possa rimanere ferma nello [[spazio (astronomia)|spazio]], oppure su quanto una roccia debba cadere prima di fermarsi se un lunghissimo [[buco]] fosse scavato sulla crosta terrestre: oggi si parla del [[centro di massa|baricentro]] del pianeta.
 
Teorizzò anche che la [[materia (fisica)|materia]] non può essere distrutta: la teoria è stata sviluppata in seguito con la [[legge della conservazione della massa (fisica)|legge della conservazione della massa]]. Si occupò anche di [[pressione atmosferica]] e del [[vuoto (fisica)|vuoto]]. Molte delle domande che si pose riflettevano la [[cultura di massa|cultura popolare]] del suo tempo.
 
Tra le altre opere, scrisse un breve [[trattato (opera)|trattato]] sull'[[abaco]] (''Regulae abaci''), uno sull'[[astrolabio]] e gli è anche attribuito un manuale di [[chiromanzia]], il ''[[Chiromantia parva]]''.