Le preparazioni che comparivano sulle tavole dei nobili però in quell'epoca erano estremamente elaborate, le [[cacciagione|cacciagioni]] erano servite decorate dal loro piumaggio e ripiene di animali, talvolta vivi.
Il [[maiale]] è stato allevato dall'uomo fin da tempi antichissimi: le prime testimonianze risalgono ai [[graffiti]] della grotta di [[Altamira]] (ca. 40.000 a.C.). La [[Val Liona]], che da [[Sossano]] si protende fra i [[Colli Berici]] verso [[Montecchio Maggiore]], era ricchissima di vegetazione e l'abbondanza di ghiande e castagne rese possibile allevare i [[suino|suini]] fin dal [[VI secolo|VI]] - [[VII secolo]]: gli animali erano lasciati pascolare liberamente, senza spesa per il contadino, e, allevati allo stato brado, si riproducevano con facilità e giungevano ad una taglia notevole in pochi mesi. Dal [[maiale]] si potevano ricavare vari insaccati, da conservare e utilizzare in ogni momento dell'anno. Carni salate o affumicate o salami e salsiccie speziate cominciarono ad apparire sulle tavole dei nobili che le ricevevano come pagamento delle tasse, in particolare la coscia era parte delle decime che ogni fittavolo versava ogni anno. Tale tradizione ha condotto alla ricetta di due specialità: la [[sopressa Vicentina]] e il [[prosciutto Veneto Berico-Euganeo]], in particolare nellanel versonevicentino è prodotto il prosciutto affumicataaffumicato della Val Liona.
Il più autorevole documento dell'epoca, il ''De arte cocquinaria'' di maestro Martino, cuoco personale del [[Patriarcato di Aquileia|Patriarca di Aquileia]], riporta alcune ricette di [[mostarda]] pestata. Le famiglie rurali, in occasione delle [[Natale|festività natalizie]], erano solite preparare un condimento speciale unendo [[farina]], [[senape]], [[aceto]] e [[frutta candita]] al [[mosto]] di vino. Tale tradizione è sopravvissuta nella attuale [[mostarda vicentina]], preparata con le [[mela cotogna|mele cotogne]]