Volontà: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Bot: Modifico: ro:Voință
FrescoBot (discussione | contributi)
m Bot: accenti e spaziature
Riga 16:
[[Platone]] appronfondì questo aspetto dell'etica socratica, in particolare nel [[mito della Caverna]], sostenendo come la volontà abbia come suo unico oggetto il Bene, dato che il male è un semplice non-essere. Non si può scegliere ciò che non è: di qui la contrapposizione tra la volontà attiva dei pochi che si volgono verso il mondo delle [[idee]], spinti dal desiderio dell'[[eros (filosofia)|''eros'']], e la passività di coloro che rimangono relegati nell'antro della caverna, schiavi dell'ignoranza.<ref>Platone, ''La Repubblica'', libro VII.</ref>
 
Anche per [[Aristotele]] un'azione volontaria e libera è quella che nasce dall'individuo e non da condizionanti fattori esterni, purchèpurché sia predisposta dal soggetto con un'adeguata conoscenza di tutte le circostanze particolari che contornano la scelta: tanto più accurata sarà questa indagine tanto più libera sarà la scelta corrispondente.<ref>Aristotele, ''Etica Nicomachea'', III, 1.</ref>
 
Nello [[stoicismo]] è centrale il tema della volontà del saggio che aderisce perfettamente al suo dovere (''kathèkon''), obbedendo a una forza che non agisce esteriormente su di lui, bensì dall'interno. Siccome tutto avviene secondo necessità, la volontà consiste nell'accettare con favore il destino, qualunque esso sia, altrimenti si è comunque destinati a farsi trascinare da esso contro voglia.<ref>Gli stoici in proposito paragonano la relazione uomo-Universo a quella di un cane legato ad un carro. Il cane ha due possibilità: seguire armoniosamente la marcia del carro o resisterle. La strada da percorrere sarà la stessa in entrambi i casi. L'idea centrale di questa metafora è espressa in modo sintetico e preciso da [[Seneca]], quando sostiene: «Il destino guida chi lo accetta, e trascina chi è riluttante» (Seneca, ''Epist.'', 107, 10).</ref> Il dovere stoico non è quindi da intendersi come un esercizio forzato di vita, ma sempre come il risultato di una libera scelta, effettuata in conformità con le leggi del Lògos. E poiché il Bene consiste appunto nel vivere secondo ragione, il male è solo ciò che in apparenza vi si oppone.
Riga 66:
====Da Kant a Hegel====
[[File:Kant foto.jpg|thumb|left|100px|Kant]]
Per [[Kant]] la volontà è lo strumento che ci permette di agire, obbedendo sia agli imperativi ipotetici (in vista di un obiettivo), sia a quelli [[imperativo categorico|categorici]], dettati unicamente dalla legge morale. Solo nel caso degli imperativi categorici la volontà è ''pura'', perchèperché in tal caso non comanda alcunchèalcunché di particolare: essa è formale, cioè prescrive solo come la volontà debba atteggiarsi, non quali singoli atti deve compiere.
 
In un mondo dominato dalle leggi deterministiche della natura (fenomeni), la volontà morale è ciò che rende possibile la libertà, perchèperché obbedisce ad un comando che essa stessa si è liberamente dato, non certo in maniera arbitraria, bensì conformemente alla sua natura razionale (noumeno). Essa però non comanda il "Bene": per Kant l'unica cosa buona è la volontà intrinsecamente buona.
 
Riprendendo il Kant della ''Critica del Giudizio'', [[Fichte]] e [[Friedrich Schelling|Schelling]] esaltarono la volontà come assoluta attività dell'Io, o dello [[Spirito]], in contrapposizione alla passività del non-io, o della Natura, nell'ottica però di un rapporto [[dialettica|dialettico]] che si risolve nella supremazia rispettivamente dell'etica, o dell'arte.
Riga 77:
Il tema della volontà è centrale nel pensiero di [[Schopenhauer]], il quale, riprendendo Kant, sostenne che l'essenza del [[noumeno]] è proprio la volontà. In polemica contro Hegel, secondo Schopenauer la natura, il mondo, non hanno un'origine razionale, ma nascono da un istinto irrazionale di vita, da una pulsione informe e incontrollata che è appunto volontà. Non c'è dunque spazio per l'ottimismo della ragione, dal momento che questa volontà di vivere sfrenata e arbitraria è causa di sofferenza. Da questa se ne esce attraverso la [[sublimazione]] e la presa di coscienza che il mondo è l'oggettivazione della volontà, cioè è una mia stessa rappresentazione, fenomenica e illusoria ([[velo di Maya]]): concetto di origine orientale e in parte [[neoplatonismo|neoplatonica]], che si traduce nel desiderio della vita stessa ([[eros (filosofia)|''eros'']]) di diventare finalmente consapevole di sé; questa consapevolezza coincide con l'auto-negazione della volontà e permette così di uscire dal ciclo insensato dei [[desiderio|desideri]], morti e rinascite.
 
A differenza di Schopenauer, [[Nietzsche]] esaltava questa volontà di vivere sfrenata e irrazionale, ponendo in primo piano il valore dell'aspetto vitale e "[[spirito dionisiaco|dionisiaco]]" dell'essere umano, in contrapposizione a quello riflessivo e "[[spirito apollineo|apollineo]]". Solo dalla [[volontà di potenza]], cioè dalla volontà che vuole se stessa e il proprio accrescimento senza sosta, nasce la possibilità infinita del rinnovamento e della vita. La rigidità della ragione, viceversa, che costringe la realtà dentro uno schema, è una non-volontà, alleata della morte perchèperché nega la possibilità del cambiamento che è l'essenza della volontà. La volontà di potenza pertanto non si afferma come desiderio concreto di uno o più oggetti specifici, ma come il meccanismo del desiderio nel suo stesso funzionamento incessante: fermarsi sarebbe negare se stessa.
 
==Lessico e modi di dire==
Riga 86:
 
==Bibliografia==
*Arthur Schopenhauer, ''Il primato della volontà'', a cura di G. Gurisatti, Adelphi, 2002 ISBN 884591696088-459-1696-0
*Arthur Schopenhauer, ''Il mondo come volontà e rappresentazione'', a cura di A. Vigliani, Mondadori, 1989 ISBN 880431099588-04-31099-5
*Arthur Schopenhauer, ''Sulla volontà nella natura'', BUR Rizzoli, 2010 ISBN 881703910188-17-03910-1
*Friedrich Nietzsche, ''La volontà di potenza. Scritti postumi per un progetto'', a cura di G. Raio, Newton & Compton, 2003 ISBN 888289818088-8289-818-0
*Cosimo Costa, ''La paideia della volontà. Una lettura della dottrina filosofica di Epitteto'', Anicia, 2008 ISBN 887346511088-7346-511-0
*Paul Ricoeur, ''Filosofia della volontà'', a cura di M. Bonato, Marietti, 1990 ISBN 882118654788-211-8654-7
*[[Emanuele Severino]], ''Verità, volontà, destino'', Mimesis, 2008 ISBN 888483728688-8483-728-6
*Emanuele Severino, ''La buona fede. Sui fondamenti della morale'', BUR Rizzoli, 2008 ISBN 881702640988-17-02640-9
*Christoph Horn , ''L'arte della vita nell'antichità. Felicità e morale da Socrate ai neoplatonici'', a cura di E. Spinelli, Carocci, 2004 ISBN 884303157088-430-3157-0
*G. Brianese, ''La volontà di potenza di Nietzsche e il problema filosofico del superuomo'', Paravia, 1989 ISBN 883950230088-395-0230-0
*A. Giuseppe Vecchio, ''Volontà e essere. Saggio di filosofia prima'', Gangemi, 2003 ISBN 884920360888-492-0360-8
*Wolfgang Lauter Müller, ''Volontà di potenza e nichilismo. Nietzsche e Heidegger'', a cura di C. La Rocca, Parnaso, 1998 ISBN 888647425388-86474-25-3
 
==Voci correlate==