Francesco Soderini: differenze tra le versioni
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Il [[29 ottobre]] [[1511]] optò per l'ordine dei cardinali vescovi ed ebbe la [[sede suburbicaria di Sabina-Poggio Mirteto|sede suburbicaria di Sabina]]. Il [[27 giugno]] [[1513]] dovette cedere la sede di Sabina a [[Bernardino López de Carvajal]], restaurato nel cardinalato, ottenne allora la [[diocesi di Tivoli]], elevata eccezionalmente alla dignità di sede episcopale cardinalizia, in attesa che si liberasse un'altra sede suburbicaria.
Il [[12 giugno]] [[1514]] fu eletto vescovo di [[diocesi di Vicenza|Vicenza]], cattedra che terrà fino al [[14 marzo]] [[1524]]. Fu anche aministratore apostolico di [[diocesi di Terni-Narni-Amelia|Narni]] dal [[21 aprile]] [[1515]] al [[18 maggio]] [[1517]]. Il [[18 luglio]] [[1516]] optò per la [[sede suburbicaria di Palestrina]]. Dal [[
Tuttavia cadde in disgrazia, quando l'[[8 luglio]] 1517 fu costretto in concistoro ad ammettere la sua complicità nel complotto dei cardinali [[Bandinello Sauli]] e [[Alfonso Petrucci]]. Aveva offerto la tiara al cardinale [[Raffaele Riario]] e aveva ottenuto il consenso dei cardinali pagando loro la somma di 12.500 fiorini. Scoperto, si rifugiò a Palestrina, presso la dimora dei [[Colonna (famiglia)|Colonna]]. Da qui fuggì verso [[Fondi]] con il benestare del papa, che però gli ingiungeva di non lasciare il [[regno di Napoli]] e di fare vita ritirata.
Tornò a Roma solo alla morte di [[papa Leone X]] per partecipare al conclave che elesse [[papa Adriano VI]]. Durante il pontificato di Adriano VI fu al centro di nuovo complotto: fu arrestato il [[27 aprile]] [[1523]], i suoi beni e la sua servitù furono confiscati e fu imprigionato a [[Castel Sant'Angelo]]. In giugno si ammalò e il papa gli concesse
Morì, forse di [[peste]], il 17 maggio 1524 e fu sepolto nella [[Basilica di Santa Maria del Popolo|chiesa di Santa Maria del Popolo]].
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