Femminismo: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 387:
Negli anni Settanta e Ottanta si costituiscono altri gruppi femministi in diverse città, nascono iniziative editoriali - «L'Edizione delle donne» e «La Tartaruga» a Milano - e si pubblicano riviste esclusivamente dedicate alle tematiche femministe, come la «DWF» a Roma. Nel gennaio del [[1983]] esce nella rivista ''Sottosopra'', espressione del gruppo milanese della ''Libreria delle Donne'', l'articolo ''[http://www.libreriadelledonne.it/news/articoli/sottosopra83.htm Più donne che uomini]'' che, rielaborato e ampliato, produce nel [[1987]] il libro ''Non credere di avere dei diritti''.
 
Il movimento femminile in questi anni ha indubbiamente ottenuto dei successi, sia nel campo sociale, sia in quello personale, attraverso «la pratica politica dei rapporti tra donne», ma manca ancora «il modo di tradurre in realtà sociale l'esperienza, il sapere e il valore di essere donne». Nei rapporti sociali le donne si trovano in difficoltà, «perché l'essere donna, con la sua esperienza e i suoi desideri, non ha luogo in questa società, modellata dal desiderio maschile e dall'essere corpo di uomo». Una donna si può affermare nella società a condizone di modellarsi sull'uomo, a costo di una mutilazione di sé, dell'isolamento dalle proprie simili, in definitiva, dia uncosto del «disprezzo per il proprio sesso. Questo rinnegamento della parte perdente, dentro e fuori di sé, fa sì che tra le poche donne affermate socialmente molte siano in sostanza delle conservatrici o delle reazionarie».<ref>''Più donne che uomini''.</ref>
 
Per superare questa condizione di scacco e di inadeguatezza che la donna deve subire, occorre «sessualizzare i rapporti sociali», che vuol dire «toglierli dalla loro apparente neutralità e mostrare che nei modi socialmente correnti di rapportarsi ai propri simili una donna non si trovava integralmente né con il proprio piacere né con le proprie capacità».<ref>''Più donne che uomini''.</ref>
 
Un programma che punti alla parità dei diritti tra i due sessi rappresenta una politica subordinata e della subordinazione, e «non tocca la sostanza del problema, e cioè che in questa società così com'è le donne non trovano né forti incentivi ad inserirsi né vera possibilità di affermarsi al meglio di sé. Una donna ci sta, ammesso che voglia starci, a disagio».<ref>''Più donne che uomini''.</ref> Le politiche delle rivendicazioni sono forme politiche maschili, che portano all'omologazione della donna nell'universalità del modello maschile e negano la significazione della differenza sessuale.<ref>AA. VV., ''Non credere di avere dei diritti'', 1987, p. 19.</ref>
 
Dal disagio dell'esistenza sociale la donna può uscire contrastando la cancellazione delle proprie «emozioni, desideri, motivazioni, comportamenti, criteri di giudizio, che non siano quelli rispondenti alla mascolinità, quelli cioè che ancora prevalgono nella società governandola fin nelle sue più libere espressioni», dunque sessualizzando i rapporti sociali.
 
==== Luisa Muraro ====