Episteme: differenze tra le versioni

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La concezione del sapere in Hegel: sezione pov, prova di fonti, da wikificare completamente
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==La concezione del sapere fino a Hegel==
Il concetto greco di ''episteme'' fu sostanzialmente identificato dai successivi [[storia della filosofia occidentale|filosofi occidentali]] con la "[[scienza]]": ''episteme'' divenne sinonimo di un sapere certo e [[assoluto]] a cui solo la conoscenza scientifica poteva approdare.
Durante la [[scolastica]] e oltre, fino a [[Cusano]] e [[Spinoza]], una tale conoscenza era considerata possibile grazie ad [[intuizione|atto intuitivo]] di natura trascendente e sovra-razionale.
 
Anche [[Fichte]] e [[Friedrich Schelling|Schelling]] fecero dell'[[Io (filosofia)|Io]] il principio assoluto a cui ricondurre l'intera realtà, che per la [[ragione]] poteva diventare così oggetto di scienza. Mentre però in costoro la ragione si limitava a riconoscere, ma non a riprodurre, l'atto creativo con cui il soggetto poneva l'oggetto, che restava ancora prerogativa di una suprema e trascendente [[intuizione intellettuale]], sarà invece con [[Hegel]] che la ragione stessa diventa creatrice, attribuendosi il diritto di stabilire cosa è reale e cosa non lo è. «Ciò che è reale è razionale» sarà la summa del pensiero hegeliano: vale a dire che un oggetto esiste nella misura in cui è razionale, cioè solo se rientra in una categoria logica.
 
L'immanentismo di Hegel esprimeva una concezione del sapere come [[autocoscienza]] e conoscenza di sè da parte dello Spirito Assoluto, che rigettava la trascendenza, e nel quale uomo e divinità si confondevano e si identificavano. Questo processo di autoconoscenza, che parte dall'[[Idea]], avviene infatti nella storia, intesa come successione di tappe, o eventi storici, che segnano e caratterizzano l'acquisizione dell'autoconsapevolezza dello Spirito attraverso i tre momenti [[dialettica|dialettici]], ovvero tesi, antitesi e sintesi. Si tratta di un procedimento a spirale nel quale la conoscenza assoluta o ''episteme'' si trova alla fine, non all'inizio, ed è il risultato di una mediazione, di un'interazione logica. L'ultima tappa dell'evoluzione e del progresso dello Spirito è implicitamente lo stato prussiano, che si autoconosce come identificazione tra uomo, Stato e Spirito, intesa come sapere assouto per la conoscenza di sèautoconoscenza che è il traguardo finale a cui giunge l'Idea.
 
==Episteme in Foucault==