Le cronache di Narnia: differenze tra le versioni

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Lewis e Narnia
 
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“Chronicles of Narnia”
Lewis s’ispirò a Narni
leggendo una vecchia
carta geografica d’Italia
 
 
Premesso che la Fantasia di C.S. Lewis è l'evento
preminente che ha fatto scaturire i libri delle fantastiche
“Chronicles of Narnia”, delle curiosità interessanti si
possono trovare con strani collegamenti alla cultura italiana.
In realtà Lewis era un profondo conoscitore della
cultura italiana e la sua formazione di assistente universitario
ad Oxford e professore a Cambridge , lo avevano portato a
leggere e studiare a fondo i grandi classici della letteratura
. tra questi non potevano mancare i grandi poeti
latini che in gioventù e successivamente per tutto il corso
della propria vita, influenzarono molto le opere del
nostro scrittore.
Jack, (come amava farsi chiamare Lewis dagli amici),
studiando da ragazzo con il suo precettore Kirkpatrick,
era un vero appassionato dei classici, tanto che
Kirkpatrick aveva riferito al padre di Jack: “Ha letto più
classici di qualunque altro ragazzo io abbia mai seguito...
e potrei aggiungere, di cui abbia mai sentito parlare”
ed ancora “È uno scolaro che non ha altri interessi
se non la lettura e lo studio…”.
La sua conoscenza del latino era talmente vasta, da
poter tenere correntemente delle discussioni e delle corrispondenze
in lingua latina, come avvenne per lungo
tempo. La corrispondenza in latino con don Calabria
iniziò alla fine del 1947 per protrarsi poi fino alla morte
di don Calabria avvenuta alla fine del 1954.
Tale rapporto epistolare in lingua latina è stato tradotto
in italiano e si può trovare nel libro: “Una Gioia
Insolita”, a cura di Luciano Squizzato prefazione di
Walter Hooper edizioni Joca Book 1995. Jack aveva
letto tra il 1910 ed il 1920 (quindi ad una età dai 12 ai
22 anni ) molti scrittori latini tra cui, è possibile che
Lewis abbia letto almeno sette riferimenti alla Narnia
romana in Italia, nei testi della letteratura latina. " Quattro
citazioni sono state trovate nelle Historiae di Livio
(10:10, 27:9,27:50, and 29:15) , altre citazioni sono state
trovate negli annali di Tacito (3:9) inoltre Plinio il Vecchio
commenta nelle sue Storie Naturali riguardo il clima
particolare di Narnia ( che diventa secco durante la
stagione delle pioggie).... infine
Plinio il Giovane nelle sue lettere
alla suocera Pompea Celerina, menziona
l'eccellenza degli alloggi della
sua villa presso Narnia, e specialmente
i suoi stupendi bagni. Di questi
riferimenti, Lewis menziona sicuramente
Plinio il Giovane, in una
lettera ad Arthur Greeves”. Questo
è quanto scrive Paul Ford's su “Companion to Narnia”.
Quindi il nome Narnia dato ai libri fantastici di Lewis
era sicuramente noto a Jack che sapeva che Narnia
era una città italiana posta sulla via Flaminia ed estremo
baluardo posto alla difesa di Roma.
Questo fatto è ulteriormente avvalorato da uno dei
maggiori biografi di Lewis , cioè da Walter Hooper, che
oltre ad essere in possesso di una cartina d'Italia su cui
Lewis aveva studiato e sottolineato i percorsi delle strade
consolari che da Roma portavano al nord, dice espressamente
che questa cartina gli è stata data personalmente
dallo scrittore e lo stesso Lewis ha detto a
Hopper, dandogli tale documento, che da tale fonte aveva
tratta il nome della magica terra di Narnia.
Tale mappa è tratta dall'atlante "Murrey's
Small Classical Atlas" (1904).