Giuseppe Garibaldi: differenze tra le versioni

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Nel frattempo si era stabilito che l'[[11 febbraio]] [[1834]] ci sarebbe stata un'insurrezione popolare in [[Piemonte]]. Garibaldi scese a terra per mettersi in contatto con i mazziniani; ma il fallimento della rivolta in [[Savoia (dipartimento francese)|Savoia]] e l'allerta di esercito e polizia fecero fallire tutto. Il nizzardo non ritornò a bordo della ''Conte de Geneys'', divenendo in pratica un [[disertore]], e questa [[latitanza]] venne considerata come un'ammissione di colpa. Indicato come uno dei capi della cospirazione, fu condannato ''alla pena di morte ignominiosa'' in [[contumacia]] in quanto nemico della Patria e dello Stato.
 
Garibaldi divenne così un [[ricercato]]: si rifugiò prima a Nizza e poi varcò il confine giungendo a [[Marsiglia]], ospite dell'amico [[Giuseppe Pares]]. Per non destare sospetti assunse il nome fittizio di ''[[Joseph Pane]]'' e a luglio si imbarcò alla volta del mar Nero, mentre nel marzo del [[1835]] fu in [[Tunisia]]. Il nizzardo rimase in contatto con l'associazione mazziniana tramite [[Luigi Cannessa]] e nel giugno [[1835]] venne iniziato alla ''[[Giovine Europa]]'', prendendo come nome di battaglia '''Borrel''' in ricordo di [[Joseph Borrel]], martireuno dei patrioti fucilati dall'esercito piemontese, dopo la fallita [[invasione della causaSavoia del 3 febbraio rivoluzionaria1834]].
 
Garibaldi decise quindi di partire alla volta del [[Sud America]] con l'intenzione di propagandare gli ideali mazziniani. L'[[8 settembre]] [[1835]] partì da Marsiglia sul [[brigantino]] ''Nautonnier''.