Sunnismo: differenze tra le versioni

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Le differenze politiche furono mascherate dalla discussione teologica riguardante chi potesse essere qualificato musulmano e la natura del peccato, se esso cioè fosse o meno in grado di far perdere la qualifica di credente.<br>
I primi a riflettere sulla questione del peccato e della qualifica di musulmano (''muslim''), di empio (''fāsiq''), di miscredente (''k&#257;fir'') e di ipocrita (''mun&#257;fiq'') — chi si atteggia cioè per convenienza a musulmano non condividendone però nel profondo il portato — furono dunque i [[kharigiti]], allontanatisi dal resto dei musulmani contendenti nella battaglia di [[Siffin|Siffīn]] che contrappose il quarto [[califfo]] [[Ali ibn Abi Tàlib|ʿAlAl&#299; ibn Ab&#299; T&#257;lib]] al governatore di Siria [[Mu'awiya ibn Abi Sufyan|MuʿMu&#257;wiya ibn Ab&#299; Sufy&#257;n]].
Rispetto alla rigida convinzione del Kharigismo che il peccato facesse perdere la natura di vero credente, i Sunniti affermarono invece la loro convinzione che il peccato non facesse decadere il musulmano dalla sua condizione di credente, ma che egli si venisse a trovare in una condizione "mediana" fra la posizione del miscredente e quella del musulmano fintanto che la consapevolezza di aver peccato, il suo pentimento e l'implorazione di perdono rivolta sinceramente a Dio non lo riportassero alla condizione di vero credente.