Giuseppe Garibaldi: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 78:
Dopo molti episodi, inclusa una fuga in [[Uruguay]], e poi a [[Gualeguay]], in Argentina, prese parte alle sue prime battaglie sulla terraferma. L'[[11 aprile]] [[1838]] respinse un intero battaglione dell'esercito imperiale brasiliano ("Battaglia del Galpon de Xarqueada"). Partecipò, quindi, alla campagna che portò alla presa di [[Laguna (Santa Catarina)|Laguna]], capitale dell'attigua provincia di [[Santa Catarina|Santa Caterina]], il [[25 luglio]] [[1839]].
{{vedi anche|Guerra dei Farrapos}}
Il [[15 novembre]] l'esercito imperiale riconquistò la città, e i repubblicani ripararono sugli altipiani, ove si svolsero battaglie che ebbero esiti alterni. In particolare, Garibaldi fu impegnato per la prima volta in un combattimento esclusivamente terrestre, nei pressi di [[Forquillas]]: attaccò con i suoi marinai il nemico e lo costrinse alla ritirata.
{{Quote|Garibaldi è un uomo capace di trionfare in qualsiasi impresa.|[[Alessandro Walewski]] da J. Duprey, ''Un fils de Napoleón dans les pays de la Plata au temps de Rosas'', Parigi-Montevideo 1937, p. 164.}}
Sconfitta la ribellione separatista, nel [[1842]] Garibaldi riparò in [[Uruguay]], dove comandò la flotta uruguaiana in una battaglia navale contro gli [[Argentina|argentini]] e partecipò quindi alla difesa di [[Montevideo]] con i suoi volontari, tutti vestiti con [[camicie rosse]].<ref>Durante la [[battaglia di San Antonio]] dell'[[8 febbraio]] [[1846]], sbucò dalle linee argentine per raggiungere quelle della [[Legione Italiana]], un cane chiamato poi Guerrillo, (a volte citato nei testi come Guerillo o Guerello) finendo con una zampa spezzata da un colpo di fucile. Garibaldi lo soccorse e lo adottò, portandolo con sé anche nel viaggio di rientro in [[Italia]] del [[1848]].
Riga 140:
Anche se [[Francesco II delle Due Sicilie|Francesco II]] aveva perso le speranze di recuperare [[Napoli]], Garibaldi non disponeva delle forze necessarie a condurre l'assedio delle fortezze in cui l'esercito sconfitto si era ritirato ([[Capua]] e, soprattutto, [[Assedio di Gaeta|Gaeta]]). Fu quindi risolutivo l'arrivo dell'esercito del [[Regno di Sardegna]], guidato da [[Manfredo Fanti]] e da [[Enrico Cialdini]].
 
Garibaldi incontrò Vittorio Emanuele II il [[26 ottobre]] [[1860]], A [[Teano]] Ponte S. Nicola e gli consegnò la sovranità sul [[Regno delle Due Sicilie]]. Garibaldi accompagnò poi il re a Napoli il [[7 novembre]] e, il giorno seguente, si ritirò nell'isola di [[Caprera]], rifiutando di accettare qualsiasi ricompensa per i suoi servigi. Tale atteggiamento basta da solo a confermare come egli non avesse mai immaginato di formare una repubblica garibaldina in Sicilia o a Napoli, bensì restare fedele al motto che aveva fatto proprio all'inizio del [[1859]]: ''Italia e Vittorio Emanuele''.
 
===La mancata liberazione di Roma===