Conflitto arabo-israeliano: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica |
Nessun oggetto della modifica |
||
Riga 26:
|note =
}}
Il '''conflitto arabo-israeliano''' ({{arabo|الصراع العربي الإسرائيلي|al-Sirāʿ al-ʿarabi al-isrāʾīlī}}, {{ebraico|'''הסכסוך הישראלי ערבי'''}}), abbraccia circa un secolo di tensioni politiche e di ostilità, sebbene lo [[stato di Israele]] sia stato istituito solo 60 anni fa.
Il conflitto, iniziato come uno scontro politico su ambizioni territoriali a seguito della decimazione dell'[[
== Contestualizzazione geo-politica ==
Al fine di comprendere a pieno tutte quelle dinamiche che, nel corso del [[XX secolo|Novecento]], hanno dato vita alla cosiddetta "''questione palestinese''", è innanzi tutto necessario contestualizzare geograficamente e storicamente la regione teatro di tali eventi e, più in generale, quella vicino-orientale.
Con [[Vicino Oriente]] (meno precisamente [[Medio Oriente]]) si indica convenzionalmente quella zona compresa tra il [[Mar Mediterraneo]], l'[[Oceano Indiano]] e il [[Golfo Persico]], all'interno della quale vivono numerose etnie, la maggior parte delle quali è accomunata dalla professione della religione [[islam]]ica. Tale zona fu per molti secoli parte integrante dell'[[Impero Ottomano]], che si caratterizzò per una politica tendenzialmente sovranazionale, in grado di garantire una discreta autonomia ai diversi gruppi etnici che lo componevano.
La zona assunse straordinario valore strategico (sia economico sia militare) a partire dal [[1869]], anno in cui fu aperto il [[canale di Suez]]: straordinaria opera ingegneristica che avvicinava l'Oriente all'Occidente. Oltre a questo, nella prima metà del XX secolo, furono scoperti immensi giacimenti [[petrolio|petroliferi]] in tutta l'area e ciò rese ancora più interessante il territorio vicino-orientale per le potenze [[Europa|europee]] che, bisognose di quell'elemento per la loro crescente industria, approfittarono dei numerosi segni di fragilità dell'Impero Ottomano, nonché dell'esito del [[Prima guerra mondiale|primo conflitto mondiale]] per colonizzare l'intera area, imponendo un'occupazione militare di fatto, atta a garantire lo sfruttamento della zona da parte delle società europee. I conflitti non si sono fermati.
Riga 44 ⟶ 43:
Come buona parte del Vicino Oriente, anche la Palestina ha dovuto subire l'occupazione [[Gran Bretagna|britannica]] - formalmente un [[Mandato]] della [[Società delle Nazioni]] ma, in realtà, frutto degli accordi franco-britannici [[Accordi Sykes-Picot|Sykes-Picot]] rivelati dal nuovo governo [[Unione Sovietica|sovietico]] l'indomani della Rivoluzione - a causa della sua rilevanza economica e strategica derivante dalla vicinanza con l'Egitto e il canale di Suez nonché con l'area [[Siria|siro]]-[[Libano|libanese]] assegnata invece in Mandato alla [[Francia]].
Le popolazioni che vivono in tale zona sono da secoli a forte maggioranza [[Arabi|araba]] ma al termine del XIX secolo e, sempre più consistentemente nei primi anni del XX secolo, fu consentito (dapprima dall'Impero Ottomano e poi dalla Gran Bretagna) l'insediamento di colonie [[Ebrei|ebraiche]], molte delle quali guadagnate alla causa [[Sionismo|sionista]]. A partire dagli anni trenta del XX secolo, e ancor più dopo il termine del [[seconda guerra mondiale|II conflitto mondiale]] e la tragedia dell'[[Olocausto]], la Palestina vide fortemente alterata la sua composizione demografica, con la minoranza ebraica avviata a diventare maggioranza grazie all'acquisto di terreni reso possibile dai fondi concessi ai profughi ebrei sfuggiti alla persecuzione [[nazista]].
Nel [[1948]], a seguito di un'apposita risoluzione delle [[Organizzazione delle Nazioni Unite|Nazioni Unite]], su tali terre fu dichiarato lo Stato di [[Israele]], con una prima emigrazione araba palestinese verso le nazioni limitrofe, fortemente incrementata in seguito alla sconfitta patita nel [[Guerra arabo-israeliana del 1948|primo conflitto arabo-israeliano]], scatenato l'indomani della dichiarazione d'indipendenza israeliana dagli Stati arabi dell'[[Egitto]], della [[Siria]], del [[Libano]], della [[Transgiordania]] e dell'[[Iraq]].
|