Il principio del '''''favor debitoris''''' è un principio non scritto ma immanente al sistema.<br/>Nato intorno alla fine del 1700, quando la legislazione rivoluzionaria francese volle iniziare a proteggere la classe sociale popolare, oppressa dai debiti. In questo disegno si inseriva pure una legge del 1793, che abolì in Francia l’arresto personale per debiti.<br/>Nel Codice Napoleonico, a tale principio si ispirarono varie norme, soprattutto quelle in materia di credito ipotecario, che consentivano ad ogni cittadino di iscrivere ipoteca su sé stesso a fini di finanziamento.<br/>Lo scopo indirettamente perseguito era però quello di tutelare non tanto i piccoli contadini e il popolino, bensì le nuove classi sociali emergenti dalla media borghesia, cioè quei mercanti che impegnavano il proprio capitale non solo per acquistare i beni tolti alla chiesa ed all’aristocrazia, ma anche per incrementare la produzione e gli scambi.<br/> Nella codificazione italiana dell'Ottocento, si evidenziava una distinzione tra disciplina civilistica (che ad esempio prevedeva il principio nominalistico, i soli interessi legali per il danno da mora nel pagamento dei debiti pecuniari, ecc.) e la disciplina del commercio (dove al contrario era assecondata una politica ispirata al ''favor creditoris'', cioè di favore per i commercianti e gli impenditori, artefici del fenomeno di accumulazione capitalistica).