La nera di...: differenze tra le versioni

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{{quote|Questo film introduce l'Africa nel circuito cinematografico mondiale. Tale avvenimento è una data nella storia del cinema|[[Paulin Soumanou Vieyra]]}}
 
'''La nera di...''' è un film [[Francia|franco]]-[[Senegal|senegalesesenegal]]ese del [[1966]], diretto da [[Ousmane Sembéne]], presentato alla [[Settimana Internazionale della Critica (Cannes)|Settimana Internazionale della Critica]] del [[Festival di Cannes 1966]].
 
Tratto da una novella di [[Voltaïque]], ispirata a sua volta da un articolo apparso su [[Nice-Matin]], è il primo lungometraggio di finzione girato da un africano. Non è ancora un film interamente africano (la lingua è il francese, buona parte dell'ambientazione si svolge in Costa Azzurra), ma parte della produzione (la neonata Domireew), i tecnici, la musica e metà degli attori sono africani. Dura 55’ (ma circolano versioni da 60’), è stato girato in 35mm bianco e nero nel 1966.
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== Simboli ==
La maschera, che Diouana acquista a credito dal fratello per regalarla ai padroni, accompagna la gioia e la gratitudine iniziali verso i datori di lavoro, ma è anche un simbolo dell'Africa, della sua cultura tribale. Simbolo che, insieme alla foto con il suo amico, costituisce l'unico ricordo del passato e che la protagonista si riprenderà prima di morire, rivendicandone la proprietà. La maschera alla fine è ripresa dal fratello che se la applica sul viso inseguendo "Monsieur" alla fine del film. Nell'ultima sequenza il bambino la toglierà, sorridendo, in un messaggio di speranza per il futuro. "Questa maschera costituisce in La Noire de.. un elemento essenziale. All'inizio si vede il bambino che gioca con la maschera come un oggetto qualsiasi. La domestica, che ha notato l'interesse della padrona per questo genere di cose, la compra e gliela offre con il solo scopo di farle piacere.(…) Più tardi, al colmo della disperazione, Diouana riprende questo regalo africano che costituisce il suo unico legame con l'Africa. Quando il cooperante porta la maschera e la valigia a sua madre, il fratello se la riprende e assume per lui un significato totalmente diverso che all'inizio. Per me, la maschera non è un simbolo mistico come poteva esserlo per i nostri antenati, ma è un simbolo di unità e identità, di recupero della nostra cultura. Oggi la maschera è diventata un articolo di esportazione per i turisti e la cosa peggiore è che sono gli africani stessi che incoraggiano questo.
 
Prima di morire, "La noire de.." mette i suoi effetti personali nella valigia, si spoglia dei suoi vestiti europei, del grembiule, delle scarpe coi tacchi . Si intreccia i capelli secondo la tradizione africana e si taglia la gola.
"La mutilazione della gola, del luogo della produzione orale, simboleggia questa occultazione della voce del personaggio a tutti gli stadi della narrazione. Ne consegue una semiotizzazione della voce e del silenzio che prende a prestito certe tecniche alla letteratura orale"