Teoria del complotto: differenze tra le versioni
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Un'altra obiezione che gli scettici muovono ai teorici del complotto è il ricorso costante ad ipotesi ad hoc ogni volta che un fatto sembri falsificare la loro teoria. Proseguendo l'esempio della [[teoria del complotto UFO]], anche se si potesse accedere liberamente agli archivi del [[Il Pentagono|Pentagono]] (o di qualche altro ente governativo) e non si trovasse alcun riscontro, si può sempre sostenere che esiste un altro archivio segreto, da qualche altre parte, che contenga i documenti che dettagliano il complotto, ma a cui non si ha (ancora) accesso. E se si scoprisse davvero un archivio segreto del genere, ma che non contenga ugualmente documenti probanti del presunto complotto, allora si potrebbe ipotizzare l'esistenza di un terzo archivio, ancora più segreto, e così via all'infinito. Oppure si può sostenere che quei documenti siano stati distrutti, pur non potendo circostanziare quando, dove e da chi.
[[Jerry Bowyer]], riferendosi alle accuse che la [[seconda guerra del Golfo]] fosse il risultato della volontà di [[George W. Bush]] di seguire le direttive delle compagnie petrolifere, disse:
In risposta a queste obiezioni alla teoria del complotto, alcuni controbattono che l'applicabilità del criterio di Popper alle [[scienze sociali]], con la stessa rigorosità con cui viene applicato alle [[scienze naturali]], è oggetto di discussione. Molte teorie politiche e sociologiche possono non essere scientifiche, in base al criterio di Popper, perché non generano delle predizioni falsificabili con sicurezza; allo stesso modo molte teorie storiografiche si basano su presupposti non interpretabili univocamente o non sempre riscontrabili. Popper stesso rigettò le pretese di scientificità avanzate da [[marxismo]] e [[psicoanalisi]] proprio per questi motivi.
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