Plotino: differenze tra le versioni
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"La grande anima sia oggetto d'investigazione di un'altra anima...liberata dall'inganno e da quanto incanta le altre anime, in una condizione di tranquillità. Tranquillo sia non solo il corpo che la circonda e i flussi del corpo, ma anche tutto ciò che le è intorno: tranquilla sia la terra, tranquilli il mare e l'aria, e il cielo stesso taccia. Pensi quindi che l'anima, come venendo da fuori e riversandosi ovunque in questo universo immobile, vi scorra internamente e penetri e illumini ovunque." (Enn. V 1 (10); 2. UTET, Torino 1997, traduzione C. Guidelli).
Protagonista degli scritti del filosofo è indubbiamente l'[[anima]]. Terza nello schema ontologico delle [[ipostasi]], essa è l'unica dotata di movimento e di passioni ed è plasmatrice dell'universo materiale. Ad essa è dedicata interamente la IV [[Enneadi|Enneade]] e compare spesso anche nei restanti trattati in qualità di soggetto della conoscenza e del percorso evolutivo. Essa è spesso simbolizzata dalla dea [[Afrodite]] per indicare la sua bellezza, la sua natura divina e la sua connessione con [[Eros]], di cui è generatrice e
Alcuni autori (p.es. Schweyzer "Bewusst und Unbewusst bei Plotin") considerano Plotino il precursore della [[psicoanalisi]] e lo scopritore dell'[[inconscio]]. Con la sua teoria della doppia [[anima]] - anima superiore o non discesa, rivolta all'[[Intelletto]], e anima inferiore o esteriore, rivolta al mondo terreno - il filosofo formulò infatti ipotesi sui processi non coscienti dello spirito, giungendo a definire due forme di pensiero distinto, il pensiero "intellettivo" e intuitivo, collegato alla contemplazione di [[archetipo|archetipi]] e il pensiero "discorsivo" che spesso coincide con ciò che noi chiamiamo "conscio".
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